Decolla il liceo quadriennale. La scuola si allinea all'Europa

Tre ore di lezione in più dal primo settembre a fine giugno, ma meno nozionismo e didattica interattiva

Decolla il liceo quadriennale. La scuola si allinea all'Europa

Più ore di lezione settimanali (ma non troppe), aule aperte i primi di settembre e allungamento a fine giugno delle lezioni, come accade nel resto d'Europa. Ecco la formula adottata dai licei e istituti tecnici che dall'anno prossimo sperimenteranno il percorso di studi in quattro anni. Il quinto anno, per migliaia di ragazzi sparsi in tutto lo Stivale, esisterà solo per anticipare il lavoro, il percorso universitario o per dedicarlo a un salutare e altrettanto educativo viaggio sabbatico.

Di fronte a queste opportunità è comprensibile il grandissimo interesse tra gli studenti che ha suscitato l'iniziativa del ministero dell'Istruzione di estendere su vasta scala la sperimentazione nata in sordina già nel 2013 sotto la direzione della ministra Maria Chiara Carrozza. Solo in 12 istituti avevano cominciato ad adottare il diploma in 4 anni sulla base di singole richieste presentate al ministero. Ora, dopo i due bandi nazionali, il numero è lievitato a quota 192. Nel dettaglio, quindi, gli istituti interessati saranno 85 al Nord, 43 al Centro, 64 al Sud e nelle Isole. In tutto si tratta di 144 licei e 48 istituti tecnici. Sono 127 le scuole statali, 65 quelle paritarie.

C'è fermento nella preparazione delle classi. Al Collegio Villoresi di Monza, per esempio, si procede ai colloqui motivazionali degli studenti che vogliono partecipare al percorso del liceo scientifico breve. «La nuova didattica proporrà le conoscenze per far acquisire ai ragazzi delle competenze - spiega la vicepreside Elisa Recalcati -. In pratica è un livello di apprendimento più moderno. Non ci sarà nozionismo ma garantiremo il programma del percorso ministeriale in quattro anni anche in matematica. Alla settimana sono previste 32 ore rispetto alle 28 tradizionali. E le lezioni si allungheranno fino a fine giugno».

Insomma, si tenta di fare scuola in modo nuovo, che ci allinea al resto dell'Europa. Secondo i dati di Euryrice Italia, infatti, la scelta del percorso secondario di cinque anni è poco praticata nella Ue: solo Bulgaria e Slovenia, oltre all'Italia, la attuano. Le scuole superiori di Francia, Spagna e Regno Unito, per esempio, terminano tutti entro il 18esimo anno di età.

Sostiene il percorso breve anche Donatella Preti, dirigente del liceo Guido Carli di Brescia, che ha applicato le regole del liceo in quattro anni dal 2013. «A giugno dell'anno scorso i nostri venti ragazzi della classe sperimentale hanno fatto la maturità con una media di 83 su 100. E molti sono all'estero a fare l'università coetanei dei loro compagni stranieri». Il percorso è faticoso. «I ragazzi devono darsi da fare, nello scientifico hanno tre ore in più degli altri inoltre le lezioni partono il primo lunedì di settembre e finiscono al 30 di giugno, cioè tre-quattro settimane in più degli altri». Serve tanto impegno, partecipazione ma in compenso le classi non sono numerose e la didattica «non è frontale ma interattiva», spiega la dirigente.

Dal liceo all'istituto tecnico economico. L'entusiasmo non cambia. A Busto Arsizio hanno iniziato quattro anni fa la sperimentazione. E la vice preside Rita Stefanazzi manderebbe anche suo figlio alla sperimentale. «Imparano a fare e ad assimilare più velocemente. La didattica è molto più attiva e coinvolgente.

Gli studenti non apprendono solo il contenuto ma diventano attori nel processo di apprendimento. Però intendiamoci, precisa, i nostri quattro anni non sono un bigino. Ci sono più ore di lezione e tanti rientri legati a dei progetti da sviluppare. Però i ragazzi sono molto motivati».

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