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Decreto frenato dagli appetiti dei partiti

Focus leghista sullo stralcio delle cartelle, il Pd insiste sulla cig Covid

Decreto frenato dagli appetiti dei partiti

«Per quello che mi riguarda la partita è chiusa, sono sicuro che entro la settimana ci sarà l'approvazione e i lavoratori autonomi e professionisti saranno aiutati». Il leader della Lega, Matteo Salvini, cerca di autoincoraggiarsi e si dichiara convinto dell'ok al dl Sostegni nel Consiglio dei ministri di venerdì. Ma il ritardo accumulato fin qui è stato causato anche dalla divergenze tra i partiti della composita maggioranza del governo Draghi sulle priorità da affrontare con i 32 miliardi autorizzati con l'ultimo scostamento di bilancio.

«Gli uffici del ministero stanno procedendo alle ultime quantificazioni per definire il testo», ha sottolineato il viceministro dell'Economia, Laura Castelli (M5s) ricordando che «quasi 12 miliardi saranno destinati alle misure di sostegno alle attività produttive, circa 6 miliardi alle politiche per la salute di cui 5 per il piano vaccini, e poco meno di 10 miliardi alle misure di sostegno alla famiglia, al lavoro, alle indennità per stagionali e sportivi, al rifinanziamento della cig, del reddito di cittadinanza e del rem e della Naspi e del Fondo occupazione». E proprio sul capitolo sussidi stanno insistendo i pentastellati. «Il decreto potrebbe contenere una norma a cui sta lavorando il ministero del Lavoro, che permetterebbe ai percettori del reddito di cittadinanza di lavorare temporaneamente, sospendendo il beneficio senza subire la perdita o la riduzione dell'assegno», ha specificato Castelli. Agli enti locali saranno destinati tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro da destinare soprattutto al trasporto pubblico, mentre 2 miliardi «andranno alle misure per il fisco, per stralcio del magazzino fiscale inesigibile, rottamazione di avvisi bonari e altre misure», ha concluso Castelli. «Dobbiamo già programmare anche un nuovo scostamento di bilancio», ha sottolineato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, rimarcando che «servono altri fondi per contrastare l'emergenza e supportare imprese, lavoratori, partite Iva e famiglie». Ma proprio i ristori con la platea allargatissima dall'eliminazione dei codici Ateco (chiesta da tutto il centrodestra) creano un problema tecnico: sarà difficile stringere i tempi vista la mole di richieste.

La Lega, intanto, può affermare di aver piazzato una bandierina con lo stralcio di 60 milioni di cartelle previsto dalla cancellazione dei ruoli dal 2000 al 2015 fino a 5mila euro, ma Carroccio e Cinque stelle vorrebbero alzare la soglia fino a 10mila euro, circostanza finora resa impossibile dal tetto di spesa a un miliardo di euro. E nel centrodestra inizia a serpeggiare anche l'ipotesi di chiedere una sospensione degli Isa, i nuovi studi di settore. Non è un caso che da più parti si chieda lo stop a cashback e lotteria degli scontrini per recuperare circa 3 miliardi da spostare su questi capitoli. Ma questo significherebbe sconfessare l'M5s che, ovviamente non ci sta. Anche il Pd delimita la propria sfera di competenza. Ieri il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha ricordato che «il governo porterà fino a giugno il blocco dei licenziamenti» per i lavoratori che dispongono della cig, mentre «per tutti gli altri si andrà fino in autunno, ad ottobre consentendo così di varare una riforma degli ammortizzatori sociali». Ma il sottosegretario al Lavoro, Tiziana Nisini (Lega), ha subito rintuzzato.

«Auspichiamo un confronto che porti a soluzioni concrete e che permetta ad aziende e lavoratori di mettere in campo strategie volte alla ripartenza».

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