La prima sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Michele Buoninconti, accusato di aver ucciso la moglie Elena Ceste, scomparsa dalla loro casa di Costigliole d'Asti il 24 gennaio 2014 dopo che il marito aveva accompagnato a scuola i quattro figli. Il corpo della donna venne ritrovato soltanto nell'ottobre dello stesso anno, in seguito allo svolgimento di lavori di bonifica, in un canale a poca distanza dall'abitazione in cui la famiglia viveva. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa dell'imputato contro la sentenza pronunciata dalla Corte d'assise d'appello di Torino nel febbraio dello scorso anno.
Buoninconti, ex vigile del fuoco, è detenuto nel carcere di Saluzzo. Secondo l'accusa, avrebbe ucciso la moglie, casalinga di 37 anni, per un «sentimento di vendetta per i tradimenti comprovati», come rilevato ieri mattina dal pg di Cassazione Giuseppina Casella. L'uomo, che si è sempre proclamato innocente, avrebbe inoltre cercato di sviare ogni sospetto da sé, anche depistando le indagini. Buoninconti è tuttavia sempre rimasto l'unico indagato per il delitto.
In appello era stata confermata la condanna a 30 anni inflitta all'imputato dal gup di Asti nel 2015 con rito abbreviato. I 4 figli della coppia, tuttora minorenni, vivono con i nonni materni, ai quali sono stati affidati e che continuano a occuparsi di loro anche con l'aiuto degli altri familiari.
Buoninconti è infatti già decaduto dalla potestà genitoriale: nei suoi confronti i giudici torinesi, nel processo d'appello, avevano anche disposto il sequestro dei beni, compresa la quota della casa coniugale che aveva ereditato dopo la morte di Elena Ceste.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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