Nel bosco dove i vecchi dèi non hanno pietà

I luoghi insanguinati tornano al sangue. Proprio sotto la cima di monte Giove dove ardeva il fuoco del Tempio di Giove avvistato dai marinai in rotta per la Sardegna

Nel bosco dove i vecchi dèi non hanno pietà
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Luoghi barbari e sacri. Boschi delle processioni a Iside. I colli Albani, cioè famiglia di vulcani, hanno visto a Nemi, nel tempio di Diana, nascere la civiltà occidentale. Ne parla Frazer ne Il ramo d'oro.

Là ha combattuto Enea; a Lavinio, a pochi chilometri da qui dove si avvista la costa, egli portava con sé il fuoco della distruzione di Troia per trasformarlo con le sue nozze con Lavina in fondazione mitica di Roma. Non siamo nel deserto che non ha neppure fantasmi. Non ci troviamo dove la natura ha distrutto da mille anni ogni porzione di fontana belliniana, siamo a Rocca di Papa che, con i suoi Campi di Annibale, è il punto più alto dei Castelli come si usano chiamare le cittadelle intorno.

Nemi è a un tiro di schioppo. Marino di Marcantonio Colonna, vincitore a Lepanto, idem. Eppure la mente, la civiltà, il ragionare, non possono spiegare la genetica dei luoghi; noi abbiamo strappato la terra del pozzo delle origini simboliche, delle stratificazioni antropologiche.

Così è accaduto che il Sacerdote di Diana cacciato come un cinghiale nel Bosco Sacro per farne dono alla Dea, quella bava di sangue che colava dal suo corpo massacrato oggi, inammissibilmente, si ripropone in tutta la sua furia. Un padre si vendica con una fucilata in petto del figlio ucciso anch'esso con un pestaggio selvaggio. Franco Lollobrigida, che sarebbe tornato in galera, viene ammazzato da Guglielmo Palozzi: un padre che vendica suo figlio Giuliano, brutalmente abbattuto da Franco forse per 30 euro di droga.

I luoghi insanguinati tornano al sangue. Proprio sotto la cima di monte Giove dove ardeva il fuoco del Tempio di Giove avvistato dai marinai in rotta per la Sardegna. A Rocca di Papa, cittadina che ha il quartiere un tempo chiamato dei "Brandemburghesi", cioè gli eredi di quei lanzichenecchi in rotta dopo il Sacco di Roma e dopo la battaglia della Molara che decisero di fermarsi a vivere dove un tempo conoscevo le giovani felciaie che si inoltravano nei castagneti alle tre di mattina.

Lì in cima si torna all'Eden, alla natura verginea. Si gode lo spettacolo di vedere i laghi Albano e Nemi giunti come due meravigliosi diamanti neri. Ancora il sangue come quello versato dal comandante Kurtz (Marlon Brando) in Apocalypse Now.

Il comandante carnefice, sacerdote, anche lui con Il ramo d'oro nella sua alcova.

Ora ovvio si mette in moto la giustizia certo giusta degli uomini e dei tribunali. Ma mai si capirà il perché della furia. Come nessuno mai saprà se davvero Annibale si è fermato nelle vicinanze del futuro castello costruito dai tedeschi sbandati e anche loro massacratori.

Ho sempre pensato che i luoghi abbiamo maggiore intelligenza e potenza degli umani.

Dove svetta Palazzo Chigi, dove il Bernini ha lavorato, dove Giuliano della Rovere prima di varcare il soglio pontificio e mutarsi in Giulio II, là, a pochi chilometri fu Cardinale: ecco, proprio nelle propaggini moderne della bellezza barocca e rinascimentale, espode la vendetta, tornano gli agguati tra latini e volsci; tra albani e troiani.

La storia è di nuovo abolita per fare posto ancora agli Dei che non hanno pietà.

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