Cronache

Delitto al veleno come in tv per uccidere il rivale in amore

Fallito un omicidio: la ricina prodotta in laboratorio ispirandosi alla serie «Breaking bad». Solo per una donna

Delitto al veleno come in tv per uccidere il rivale in amore

Torino Saddam Hussein lo nascondeva nei laboratori sotterranei di Baghdad nel suo arsenale chimico segreto, invece quattro giovani piemontesi volevano utilizzarlo per sbarazzarsi di un rivale in amore.

Quattro ventenni sono stati arrestati dai carabinieri di Torino e Cuneo, per aver prodotto in un piccolo garage di Bra, nel Cuneese, trasformato in laboratorio, un flacone di ricina dai semi del ricino, un veleno molto pericoloso da somministrare a un coetaneo, reo di avergli soffiato la ragazza. Un piano criminale tutto ispirato alle serie televisive, visto che quella sostanza così velenosa è famosa tra il pubblico appassionato della serie tv «Breaking Bad», mentre la loro intenzione di costruire una pistola con una stampante in 3D, pare copiata da un caso di «Csi». I quattro hanno così mescolato la loro passione per i film polizieschi con qualche nozione di chimica e sono riusciti a creare una pozione che solo per caso non ha fatto vittime.

I quattro ventenni - simpatizzanti dell'estrema destra, che frequentavano la sede di CasaPound - hanno messo in atto il loro piano diabolico la prima volta al circolo «Asso di Bastoni» di Torino, dove - a novembre dell'anno scorso - hanno offerto alla vittima predestinata un cocktail di Vodka con ricina servito al bar del locale. Il veleno, però, non si è diluito a causa dell'alcol ed il destinatario ha riportato solo qualche disturbo gastrico per alcuni giorni, con vomito e diarrea.

Da qui è nata l'inchiesta che ha portato i carabinieri del Ros di Torino a scoprire un laboratorio dove veniva confezionata la ricina, grazie all'estrazioni della sostanza dai semi di ricino, acquistati online. In questo contesto è stato arrestato il chimico, un giovane appassionato di pozioni e reagenti ed altri tre suoi amici, tutti accusati di tentato omicidio e produzione di aggressivi chimici.

«Nessun movente politico - ha detto il pm Emanuela Pedrotta, del pool antiterrorismo della procura di Torino, che ha coordinato le indagini -. Più prosaicamente è una questione di gelosia per una donna contesa, tra uno dei quattro arrestati e un altro attivista».

Fallito il primo tentativo, i quattro, ci riprovano, ma questa volta con un piano diverso: ad avvelenare il rivale in amore avrebbe dovuto essere un ignaro bambino di 11 anni - parente di uno dei quattro - che avrebbe dovuto mettere la sostanza in un bicchiere durante una festa, oppure sparargli addosso il veleno con una pistola giocattolo. L'intervento dei carabinieri ha però mandato a monte anche questo secondo piano ed i quattro dal laboratorio chimico improvvisato si sono ritrovati in carcere.

La banda aveva deciso di utilizzare questa sostanza tossica e pericolosa, usata anche dal Kgb, dopo il mancato recapito di una pistola comprata su internet. Così avevano ripiegato sulla ricina, che può essere inalata o diluita ma deve essere utilizzata in breve tempo, una volta realizzata, perché dopo 40 minuti perde la sua tossicità.

I carabinieri del Ros, a conclusione delle indagini hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare a carico dei quattro giovani, di cui il chimico già in cella da Dicembre, a seguito della scoperta del laboratorio clandestino.

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