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Delrio minaccia la crisi: "Di Maio ci ricatta, noi siamo pronti al voto"

Il capogruppo del Partito democratico avverte: "Non abbiamo paura delle elezioni, ricattare gli alleati come fanno i grillini non può funzionare"

Delrio minaccia la crisi: "Di Maio ci ricatta, noi siamo pronti al voto"

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Graziano Delrio manda un messaggio chiaro agli alleati: "Vedo minacce del tipo 'senza di me questo non passa' oppure 'noi siamo l’ago della bilancia'. Dobbiamo rispettare tutte le sollecitazioni che vengono dalle forze di maggioranza, a maggior ragione quando arrivano dal partito più forte in Parlamento: il Movimento 5 stelle. Ma l’approccio di Di Maio non mi piace. Ricattare gli alleati non può essere un metodo". E in tutto questo caos il Partito democratico sarebbe pronto per tornare al voto: "Non abbiamo paura delle elezioni. Non l’avevamo neanche la scorsa estate quando ancora non si erano verificate due scissioni (Renzi e Calenda ndr) e avremmo potuto rafforzare il Pd correndo alle urne". Da parte dei dem l'obiettivo è quello di "continuare a lavorare per sbloccare investimenti fermi da due anni, stimolare il lavoro per i giovani, mettere i soldi nelle tasche dei lavoratori dipendenti come abbiamo già cominciato a fare con la manovra". Perciò si ritiene necessario mettere su un'agenda "per l’ambiente, l’attenzione alla giustizia sociale, un nuovo sviluppo sostenibile".

Fondo salva-Stati

Il capogruppo del Partito democratico alla Camera, intervistato da La Repubblica, ha espresso fiducia sulla presentazione di una risoluzione sul Mes l'11 dicembre, in occasione del voto in Parlamento: "Non ho dubbi. È l’unica strada. Sarebbe auspicabile che la firmassero anche i partiti di opposizione, ma questo forse non è possibile". Tuttavia al momento non si trova un punto di convergenza tra la convinzione dei dem e la posizione critica dei grillini: "Non capisco la drammatizzazione. Non ho mai sentito spiegare da Di Maio dove va cambiato e perché. Ho invece ascoltato solo avvertimenti e dichiarazioni di principio. Spero che il capo politico dei 5 Stelle ne abbia parlato con Gualtieri e abbia detto a lui dove occorre intervenire".

Un ruolo fondamentale sarà svolto dal ministro dell'Economica Roberto Gualtieri, che in questi giorni siederà ai tavoli internazionali: "Lì si discuteranno modifiche e correzioni. Ma il dibattito italiano è surreale. Il vero problema come ho detto alla Camera è la valutazione del rischio dei titoli di Stato come vorrebbero i tedeschi non il Mes che non riguarderà noi, no". L'ex ministro delle Infrastrutture ha dunque ribadito come la vita dell'esecutivo durerà solo se vi saranno obiettivi chiari e condivisi: "Questo significa avere uno spirito di governo. Un’anima, come dice Zingaretti. Cioè dare la percezione ai cittadini, oltre che la sostanza, che siamo impegnati a risolvere i loro problemi quotidiani. Il Mes non lo è. Lo si risolve a livello europeo. Stare a quel tavolo è il modo migliore per difendere la sovranità nazionale".

Giustizia

Delrio infine ha toccato anche il tema della giustizia. Sotto la lente di ingrandimento è finita la prescrizione. Il Pd ha respinto la richiesta di bloccare la riforma che scatterà dal primo gennaio: "Siamo stati leali. Ma abbiamo detto al ministro Bonafede che il blocco della prescrizione è accettabile solo se ci sono garanzie sulla durata del processo. Come sostiene anche la Consulta. Si lavora in silenzio e con serietà perché questa intesa con il Guardasigilli venga raggiunta". Italia Viva però si è astenuta: "Non è un bel segnale. Non faccio prediche, non ho niente da insegnare agli alleati. Ma cerco di essere serio e di aiutare il governo".

E ha concluso facendo notare: "Astenersi su una proposta dell’opposizione, che considerava urgente un blocco che urgente non è, mi sembra sbagliato".

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