Delrio si iscrive all'ala filo Cavaliere. Dibba minaccia il Pd: via dal letame

I dem aprono, ma non possono infierire sui grillini nel pallone. L'elogio a Fi di Gualtieri: "Atteggiamento di responsabilità"

Delrio si iscrive all'ala filo Cavaliere. Dibba minaccia il Pd: via dal letame

L' ipotesi di formalizzare il dialogo tra maggioranza (leggi Pd) e opposizione (leggi Forza Italia) sulla legge di bilancio è stata ufficialmente accantonata.

«I Cinque Stelle sono nel pallone, non possiamo reggere ora», è stato il messaggio recapitato dai dem ai vertici parlamentari azzurri. E così i berlusconiani, che dal canto loro devono tenere a bada le fregole di Salvini, hanno fatto il beau geste di ritirare la proposta di doppio relatore sulla finanziaria. Apprezzati dal ministro dell'Economia Gualtieri: «Fa piacere l'atteggiamento di responsabilità di Fi». «Meglio misurarsi sulle proposte concrete, senza forzature che gettano scompiglio in entrambi gli schieramenti», spiegano sia dal Pd che da Fi. A dimostrazione che, sottotraccia, il dialogo continua e che si tratta di un'operazione di prospettiva. Un'operazione che guarda al dopo: dopo la legge di bilancio e l'emergenza Covid, quando il governo Conte non sarà più un totem intoccabile e si apriranno i tavoli che davvero peseranno sul futuro politico italiano, sul Recovery Plan, e sul Quirinale.

E infatti dal lato del Pd i segnali di apertura non vengono sospesi, anzi. Il capogruppo a Montecitorio, Graziano Delrio, parla esplicitamente di «unità nazionale sostanziale» e di necessità di costruire uno «spirito costituente davanti a una crisi di portata devastante». Nessun «inciucio», ma Delrio avverte gli alleati grillini e - soprattutto - il premier Conte: «Una sindrome di autosufficienza e di presunzione, in periodi difficili, può essere preludio di scelte sbagliate e di esiti negativi». Per poi rivolgere una critica esplicita al governo: «Un mese di ritardo nel presentare la legge di bilancio è un fatto senza precedenti». A offrire appigli al premier per allontanare lo spettro di potenziali ribaltoni è il solerte Alessandro Di Battista, sempre in cerca di pertugi per rientrare in pista con qualche incarico. Consapevole che una parte di M5s è pronta ad aggrapparsi al Cavaliere per indebolire Conte, usa il lanciafiamme contro di loro e contro il Pd: «Il ministro Gualtieri fa addirittura appello a Fi chiedendo i loro voti. Cercano di riabilitare il berlusconismo», che a suo dire «è come il letame», da trattare «con la pala»

Ma l'insofferenza dem verso Conte e il suo vanesio immobilismo è ai livelli di guardia. Il vicesegretario Orlando spiega a Huffington Post che «è un segno di debolezza» (di Palazzo Chigi, ndr) non «ricercare il dialogo» con chi nell'opposizione si mostra disponibile: «É un bene per il paese che una parte del centrodestra non si sottragga alla responsabilità nazionale». E sottolinea che la pandemia costringe a «cambiare radicalmente l'agenda di governo. Con chi realizzare la nuova è un problema che viene dopo».

Una critica indiretta al premier arriva anche da Enrico Borghi: «Urge un'assunzione di responsabilità in chi ha la percezione della gravità del momento. Stiamo vivendo un momento di grave emergenza sanitaria e sociale, con impatti sulla produzione e sulle imprese: è di questo e non del cenone di Natale che dobbiamo occuparci».

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