Coronavirus

"La Delta al 95%" Sicilia, Sardegna e Lazio in bilico: il rischio è il giallo

Report dell'Iss: età media dei contagi a 27 anni. Ricoveri e decessi solo tra gli anziani. Salgono i casi, 200 i posti occupati in terapia intensiva. Rezza: "Usiamo quarantene e isolamento"

"La Delta al 95%" Sicilia, Sardegna e Lazio in bilico:  il rischio è il giallo

La variante Delta è diventata la mutazione dominante e dunque i contagi corrono come gli esperti avevano preannunciato. Il vaccino però è altamente protettivo nei confronti della Delta mentre la Beta, la sudafricana, che è «maggiormente caratterizzata da una parziale immuno-evasione», ovvero buca la protezione, presenta un aumento «estremamente contenuto». Nonostante nell'ultima settimana l'età media dei contagiati sia sempre più bassa, 27 anni, il dato sui ricoveri e i decessi registra età medie molto più alte: 49 anni per i ricoveri in area medica; 63 in terapia intensiva. Ed è sempre 80 anni l'età media dei decessi. Insomma si infettano soprattutto i giovani non vaccinati ma per fortuna non si aggravano.

Il report settimanale dell'Istituto superiore di sanità registra la risalita della curva epidemica con un Rt che balza a 1,57 da 1,26 della settimana precedente. Un balzo al quale però non corrisponde per fortuna un boom di ospedalizzazioni. Aumento dei contagi confermato anche dal bollettino di ieri 6.619 nuovi positivi, 18 decessi. In salita i ricoverati in reparti ordinari, più 82 per un totale di 1.812 casi posti letto occupati da malati Covid e più 7 in intensiva per un totale di 201 con 20 ingressi nelle ultime 24 ore. Il tasso di positività è a 2,67%.

Salgono a 20 quindi nel report dell'Iss le Regioni classificate a rischio moderato. Un rischio che tiene conto dei contagi ma sopratutto della resilienza del territorio, ovvero della capacità di risposta delle strutture sanitarie. Anche se è la Sardegna, Regione con 136,2 casi su 100mila abitanti, a registrare l'incidenza più alta contro una media nazionale di 58 è invece la Sicilia con il suo 8% di letti occupati in area Covid ad avvicinarsi di più alla soglia di rischio che potrebbe far scattare la zona gialla. Una zona alla quale è vicino anche il Lazio con un'incidenza di 87 positivi su 100mila abitanti e un 4 per cento di letti occupati in area medica.

È quindi imminente un passaggio nella fascia di rischio superiore? Su questo punto il presidente Iss, Silvio Brusaferro è molto cauto anche perché siamo alla vigilia dell'esodo di Ferragosto. «Sono stati definiti nuovi parametri per far scattare delle misure da zona gialla e oggi è difficile fare previsioni: la prossima settimana, sulla base dei nuovi dati potremmo avere un quadro un po' più definito», dice Brusaferro che precisa «non si tratta di chiudere: basta essere prudenti» perché «la determinazione di questi scenari è data anche dai nostri comportamenti».

Ed è il direttore del dipartimento di Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, a sottolineare quanto conti il rispetto delle misure di sicurezza per evitare che il numero dei casi esploda. «Non è vero ad esempio che in Inghilterra abbiano tolto tutte le restrizioni - osserva Rezza - Ci sono due milioni di persone in isolamento e dunque anche la crescita dei casi è in lieve frenata nonostante la Delta: la quarantena e l'isolamento servono».

Al momento in nessuna Regione si supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva, 10%, o area medica, 15%. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è stabile al 2%, con un lieve aumento nel numero di persone ricoverate che passa dai 165 del 20 luglio ai 189 del 27. Il tasso di occupazione in aree mediche nazionale aumenta al 3%.

È necessario però insiste Brusaferro «continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale, dal momento che questo garantisce la migliore protezione». È raddoppiato infatti il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione, 10.076 contro i 4.

997 della settimana scorsa.

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