Deriva terrorista di Grillo: sta con gli ammazzacristiani

Il deputato M5S Di Battista pubblica sul blog del capo un post in cui difende i tagliagole di Irak e Siria: "Se fossi attaccato mi farei esplodere in un metrò"

Deriva terrorista di Grillo:  sta con gli ammazzacristiani

Sarebbe bello pensare a un colpo di sole. A un incauto tweet di Ferragosto, di quelli che quando uno preme il tasto «invio» si sta già pentendo. Ma nel caso di Alessandro Di Battista, il deputato del MoVimento 5 Stelle con la faccia da schiaffi dei belli da fiction , non c'è nemmeno l'attenuante dell'impulsività balneare. Il lungo post pubblicato ieri su beppegrillo.it in cui dà argomentazioni storiche e politiche all'azione sanguinaria dell'Isis, l'organizzazione terroristica che agisce come un vero e proprio Stato e che controlla un bel pezzo di Irak e agisce anche in Siria, è lungo, articolato e assai premeditato. Sulla sua pagina Facebook il barbuto parlamentare così scriveva l'11 agosto: «Per qualche giorno starò fuori dal mondo. Devo staccare completamente». Probabile quindi che il suo discutibile trattatello di geopolitica fosse da giorni nelle mani di Grillo, che ha pensato bene di sganciarlo per animare la quiete un po' troppo renziana del Ferragosto della brava gente.

Ma che cosa scrive Di Battista? Dopo un lungo excursus storico in cui attribuisce quasi tutte le colpe della drammatica situazione dell'Iraq all'Occidente, constata che l'Isis è una minaccia (la sua, ammette, è un'«avanzata violenta, sanguinaria, feroce») e snocciola otto consigli per risolvere la questione: chiamiamola la ricetta di Alex. I punti 5 e 6 sono i più folli. Nel primo, Di Battista sostiene che «l'obiettivo politico (parlo dell'obiettivo politico e non delle assurde violenze commesse) dell'Isis, ovvero la messa in discussione di alcuni stati-nazione imposti dall'Occidente dopo la I Guerra Mondiale, ha una sua logica». Il secondo così farnetica: «Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. (...) Nell'era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. (...) Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato a distanza io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche non violente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana». Ohibò . Segue distinguo che sa di tardivo esercizio politically correct : «Non sto giustificando né approvando, lungi da me». No, perché ci era sembrato.

Interessante anche il ruolo che in questa vicenda il M5S ha in serbo per l'Italia. Stabilito che «occorre mettere in discussione, una volta per tutte, la leadership nordamericana», visto che «gli Usa non ne hanno azzeccata una in Medio Oriente», il nostro Paese dovrebbe «spingere affinché l'Ue promuova una conferenza di pace mondiale sul Medio Oriente», «promuovere una moratoria internazionale sulla vendita delle armi», «trattare il terrorismo come il cancro» e quindi combatterlo «eliminandone le cause e non occupandosi esclusivamente degli effetti» e soprattutto «cominciare a pensare alla costruzione di una società post-petrolifera», essendo l'oro nero «la causa della maggioranza delle morti del XX e del XXI secolo». Compitini per le vacanze.

Un cocktail di idealismo, fanatismo, antiamericanismo d'accatto, con frasi che sembrano prese da un tema di quinta ginnasio («occorre legare indissolubilmente il terrorismo all'ingiustizia sociale. Il fatto che in Africa nera la prima causa di morte per i bambini sotto i 5 anni sia la diarrea ha qualcosa a che fare con l'insicurezza mondiale o con il terrorismo di Boko Haram?») ed esercizi di fantapolitica («l'attentato alle Torri Gemelle fu una panacea per il grande capitale nordamericano.

Forse anche a New York qualcuno “alle 3 e mezza di mattina rideva dentro il letto” come capitò a quelle merde dopo il terremoto a L'Aquila»). Se il suo leader disse di essere «oltre Hitler», Di Battista dirà ora di essere oltre Bin Laden?

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