Uno dei tanti misteri della scienza è collegato alla capacità di ridere che sembrava, un tempo prerogativa umana, mentre ormai è certo che la capacità di ridere addirittura quella di sorridere, non sono un'esclusiva dell'Homo sapiens. Peraltro anche fra le popolazioni umane il senso dell'umorismo riconosce profonde variazioni. Se pensiamo ai popoli caraibici, ma anche a quelli latini, la risata, la battuta, lo scherzo, assumono un'importanza determinante nella vita di queste nazioni, molto di più rispetto alle popolazioni del nord Europa. La «freddezza» di norvegesi, svedesi e islandesi non è rappresentata solo dalle loro condizioni climatiche, ma anche da caratteristiche emozionali completamente diverse da quelle latine. Del resto quando si vuole richiamare un senso dell'umorismo completamente diverso da quello italiano, la mente corre subito a quello britannico, mai greve, mai urlato, mai gesticolato, ma appena «sfiorato» con la bocca, come quello tipicamente newyorkese di Woody Allen. Ma gli animali sono dunque dotati del sense of humor ? ll Global Animals in questi giorni fa il punto della situazione sulle ricerche degli ultimi anni e la risposta è decisamente sì. La risata umana pare si sia evoluta partendo da un particolare tipo di respiro profondo caratteristico delle nostre parenti scimmie antropomorfe. Gorilla, bonobo, scimpanzè e orangutan emettono un respiro particolare, quasi raschiante, che viene interpretato da tutti come un segnale di divertimento e di distensione, al contrario di altri modi di respirare che segnalano invece un atteggiamento aggressivo in atto.
Marina Davila-Ross dell'Università di Portsmouth (UK) ha analizzato la registrazione del respiro delle grandi scimmie, nostre parenti prossime e ha trovato impressionanti somiglianze dei suoni emessi con la risata umana. Evidentemente l'evoluzione di queste specie è molto intrecciata. Gli scimpanzè sono i più vicini a noi, mentre la risata degli orangutan è quella più distante. Le scimmie non solo ridono ma sono in grado di fare battute, di scherzare. La famosa Koko, gorilla che aveva imparato 2000 parole e 1000 segni del linguaggio per sordi, sapeva giocare con il significato delle parole. Un giorno la sua trainer le chiese cosa le venisse in mente pensando al termine «duro». Koko rispose dapprima «roccia» e subito dopo «lavoro». E l'espressione era proprio di chi sorrideva divertito.
Un'altra volta Koko legò assieme i lacci delle scarpe della sua trainer e, soddisfatta, le fece segno che loro erano unite per tutta la vita. Se dalle scimmie, specie quelle antropomorfe, ci si poteva aspettare qualcosa di simile, che dire dell'umorismo nei ratti? Marc Bekoff (Università del Colorado), autore di The Emotional Lives of Animals («La vita emozionale degli animali») pensa che tutti i mammiferi siano dotati di un loro umorismo. Dice che considerando le straordinarie scoperte degli ultimi anni sulle emozioni provate dagli animali, l'idea che possano divertirsi a seguire una commedia non pare poi così peregrina. Abbiamo scoperto che i cani comprendono l'ingiustizia, che le api possono essere pessimiste, che i ragni dimostrano emozioni.
I ratti, se opportunamente solleticati, emettono uno squittio inudibile dall'uomo, situato attorno ai 50 kilohertz e squittiscono nello stesso modo quando si rincorrono giocando. Alla fine ci accorgiamo che forse il mondo animale non umano sorride molto più di noi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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