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Diciotti, il Pd insulta Salvini: "Coniglio". E vuole sfiduciare il ministro

Maurizio Martina propone una mozione di sfiducia contro il leader della Lega sul caso Diciotti. E Zingaretti: "Salvini stia zitto"

Diciotti, il Pd insulta Salvini: "Coniglio". E vuole sfiduciare il ministro

L'ultima trovata del Pd si chiama "mozione di sfiducia". Mentre i candidati alla guida del partito, o di quello che ne rimane, dibattono alla convezione nazionale, in Italia si discute di Tav e caso Diciotti. Lega e M5S sembrano allontanarsi sempre più su questi due temi e i grillini sarebbero pronti a una "ritorsione" contro il leader della Lega: lo stop alla Torino-Lione in cambio dell'immunità. Se volessero dare il loro assenso per l'autorizzazione a procedere ai danni del ministro dell'Interno, troverebbero ovviamente la sponda del Pd. Che ora, non contento, cerca di cavalcare ancora di più l'inchiesta del tribunale dei ministri di Catania.

Nel suo intervento di fronte ai delegati piddini, Maurizio Martina ha messo in chiaro che "i miei avversari" non sono "Zingaretti e Giachetti", ma "Salvini e Di Maio". Insomma, "senza ambiguità", l'ex ministro dell'Agricoltura ce l'ha sia con la Lega che con i Cinque Stelle. E per segnare questa sua distanza dal segretario del Carroccio, dopo averne chiesto le dimissioni, ha deciso di proporre una mozione di sfiducia contro il titolare del Viminale. "Il mio avversario - ha gridato Martina - è un ministro coniglio forte con i debole e debole con i forti e scappa dal processo. Credo sia arrivato il momento di presentare una mozione di sfiducia contro il ministro Salvini".

Una mossa politica con poca, pochissima possibilità di passare in Parlamento. Sul caso Diciotti, infatti, il leader della Lega può contare anche sull'appoggio di Fratelli d'Italia, sempre che il M5S non decida di strappare l'alleanza.

Di certo c'è che in un Pd lacerato dalle divisioni interne e dalle battaglie tra correnti, Salvini sembra essere uno dei pochi collanti in grado di mettere d'accordo tutti i vari gruppi e leader dem. "Nel Paese cresce la percezione che qualcosa non va - ha detto infatti anche Zingaretti - guai se non diventassimo di nuovo il punto di riferimento di chi si attiva ogni giorno per una società più giusta.

Siamo arrivati al limite, quando si rinuncia a tendere la mano a 40 persone che ti chiedono aiuto non è in discussione la sicurezza: stia zitto il ministro Salvini".

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