Diciotti, Vespa replica alla Guardia costiera: "Migranti in strada a far nulla"

Il conduttore di Porta a Porta analizza il caso Diciotti: "Avere mezzo milione di migranti per le strade ha portato soprattutto le fasce meno protette della popolazione a una crisi di rigetto"

Diciotti, Vespa replica alla Guardia costiera: "Migranti in strada a far nulla"

"Mi telefona un ammiraglio della Guardia costiera andato da poco a riposo. Sa che sono molto vicino da sempre al Corpo e mi esprime tutta la frustrazione dei suoi colleghi per la storia della nave Diciotti. 'Come facciamo a non salvare chi sta in mare? Al di là degli aspetti umanitari, abbiamo l' obbligo giuridico di farlo. E una volta che abbiamo salvato questi migranti, dove li portiamo?'". Sul caso della nave Diciotti anche Bruno Vespa esprime il suo pensiero. E lo fa in un editoriale sul Quotidiano Nazionale.

Il conduttore di Porta a Porta ha risposto al suo interlocutore della Guardia Costiera dicendogli che è corretta la sua posizione, "ma avere mezzo milione di migranti che girano per le strade senza far nulla (quando va bene) ha portato soprattutto le fasce meno protette della popolazione a una crisi di rigetto". Ecco il ragionamento di Vespa: "Una soluzione, dolorosa, ma forse necessaria, sarebbe ridurre l'area di pattugliamento in modo da limitare al massimo le possibilità d'intervento dei nostri mezzi. Nessun trafficante deve avere una sorta di appuntamento virtuale con le unità italiane, anche se dall'anno scorso i nostri interventi sono drasticamente ridotti".

Mentre il Pd e la sinistra attaccano Salvini e i suoi colleghi di esecutivo, Vespa analizza il motivo per cui "il governo è compatto nel difendere una posizione paradossale (nave militare italiana che non può sbarcare migranti in un porto italiano)". La risposta è semplice: "Perché l'Europa ci sta prendendo in giro" sulla resdistribuzione promessa e mai attuata.

Poi Vespa fa un ragionamento su quanto successo ieri a Bruxelles, dove gli sherpa internazionali convocati dalla Commissione Ue non hanno trovato alcun accordo sullo sbarco dei migranti della Diciotti. Per il conduttore quel fallimento "vuol dire che l'Italia era e resterà sola. E da sola dovrà sbrogliarsi la matassa". E poi dà un merito al ministro dell'Interno.

"La cura Salvini - misurabile al netto della stretta Minniti solo da luglio - ha portato in questo mese 1737 richiedenti asilo contro i 23.500 del 2017. Potremmo accontentarci. Ma quanti sanno che riportare a casa i migranti irregolari è quasi impossibile".

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