Il giorno dopo lo scoppio dello scandalo delle cavie umane usate dalle case automobilistiche tedesche per testare la nocività dei fumi del diesel, cade la prima testa: Volkswagen ha annunciato di aver sospeso il capo delle relazioni esterne della società Thomas Steg, «messo in aspettativa dopo essersi assunto la piena responsabilità dell'accaduto».
Sono queste le «prime conclusioni» tratte da Volkswagen dopo l'annuncio di una inchiesta interna per far luce sul lavoro del gruppo di ricerca che ha commissionato i test su esseri umani e scimmie.
È stato lo stesso Steg a chiedere di essere sospeso dalle sue funzioni «in attesa del completamento delle indagini». A proposito dei test sulle scimmie, condotti negli Stati Uniti, il dirigente ha ammesso di esserne stato messo al corrente in anticipo. Per quanto invece riguarda le prove su cavie umane, condotte ad Aquisgrana in Germania nel 2013 e nel 2014, Steg ha sostenuto che i volontari erano stati esposti «a livelli molto più bassi di quelli che si registrano in molti posti di lavoro» e che nessuno di loro aveva riportato danni.
Nel frattempo, il quotidiano economico tedesco Handelsblatt chiama in causa il mondo politico: nessuno dei membri della commissione parlamentare che indagò sul Dieselgate - scrive il giornale - ebbe da dire una parola quando nel settembre 2016 fu informato dal presidente del comitato scientifico del Gruppo europeo di ricerca sull'ambiente e la salute nel settore dei trasporti (Eugt, nel frattempo soppressa), Helmut Greim, che gli effetti dell'inalazione dei fumi di scarico erano note agli scienziati proprio in seguito ai test effettuati sugli animali.
Mentre in Germania si regolano conti, dalla vicina Olanda arriva una notizia che fa sospettare un imminente allargamento dello scandalo. Secondo i media locali, infatti, nei Paesi Bassi test simili a quelli che stanno scatenando polemiche in Germania e a livello europeo sarebbero stati condotti regolarmente per anni. Il quotidiano Nrc scrive ad esempio che nel 2006 fu condotto un test su alcuni volontari, ai quali furono fatti inalare per un periodo massimo di due ore «emissioni diluite da un motore diesel».
Un tossicologo dell'Istituto nazionale olandese di salute pubblica (Rivm), Flemming Casse, definisce «una tempesta in un bicchier d'acqua» la polemica che sta montando in Germania, e spiega a Nrc che si sta parlando di fumi «simili a quelli che si respirano stando accanto a un'autostrada». Casse sottolinea anche che un comitato etico sorveglia sempre sull'attuazione di questi esperimenti, che a suo avviso non dovrebbero quindi essere considerati fonte di scandalo.
Un altro tossicologo olandese, il docente universitario Paul Borm, ha da parte sua confermato senza problemi di aver condotto test per conto del Rivm sia «occasionalmente» su esseri umani sia su topi e ratti.
In tutto ciò, dall'ambiente politico di Bruxelles arrivano segnali di aperta condanna per i test condotti in Germania. Un portavoce della commissione europea prontamente nominata per occuparsi della vicenda ha detto con poche e semplici parole «siamo sotto choc», aggiungendo di aspettarsi che le autorità tedesche procedano tempestivamente per far luce sull'accaduto.
Non sono mancate considerazioni severe di stampo
moralistico, come quella della commissaria all'Industria, la polacca Elzbieta Bienkowska. che ha definito i test condotti da Volkswagen, Bmw e Daimler «immorali e inaccettabili per un'impresa europea nel ventunesimo secolo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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