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La difesa spericolata dell'imputato Davigo: tira in ballo Mattarella. "Mi fece ringraziare sulla loggia Ungheria"

Chiama in causa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E per difendersi dalle accuse, evoca persino Francesco Saverio Borrelli, suo capo all'epoca del pool Mani Pulite.

La difesa spericolata dell'imputato Davigo: tira in ballo Mattarella. "Mi fece ringraziare sulla loggia Ungheria"

Chiama in causa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E per difendersi dalle accuse, evoca persino Francesco Saverio Borrelli, suo capo all'epoca del pool Mani Pulite. Per capire meglio la linea difensiva con cui Piercamillo Davigo - dopo il rinvio a giudizio disposto l'altro ieri - si prepara ad affrontare il 20 aprile il processo per rivelazione di segreto d'ufficio, la lettura più interessante è il verbale di interrogatorio reso il 7 luglio davanti alla Procura di Brescia. Ventisei pagine in cui Davigo si difende attaccando a destra e manca: ex amici, ex colleghi. Dando del bugiardo al vicepresidente del Csm David Ermini. E rivendicando di avere agito solo a fin di bene.

LO FECE ANCHE BORRELLI

All'accusa di avere fatto pervenire i verbali segreti della Procura di Milano a membri del Csm, Davigo ribatte: «Al Consiglio superiore non è opponibile il segreto investigativo (...) il precedente specifico cui faccio riferimento riguarda il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli che quando venne iscritto nel registro delle notizie di reato Silvio Berlusconi informò per le vie brevi il presidente della Repubblica in quanto presidente del Csm».

IL GRAZIE DI MATTARELLA

Dopo avere letto che della loggia Ungheria facevano parte anche due membri del Csm, Davigo racconta di avere avvisato il Quirinale. «Ritenni necessario informare immediatamente il vicepresidente del Csm (David Ermini, ndr) e per suo tramite il Presidente della Repubblica in quanto presidente del Csm. Ermini ha condiviso questa mia valutazione che tacere questa notizia al presisente della Repubblica avrebbe potuto essere interpretato come sospetto nei suoi confronti e quindi intollerabile (...) lui andò direttamente al Quirinale, al ritorno mi disse che il presidente della Repubblica mi ringraziava delle informazioni fornite e che riteneva per il momento sufficienti quelle informazioni». Mattarella ha sempre negato di avere appreso notizie sull'indagine milanese.

ERMINI MENTE

David Ermini ha dichiarato a verbale di avere distrutto immediatamente i verbali milanesi. «Io solo nei giorni successivi - ribatte Davigo - diedi quei file ad Ermini, forse perchè mi chiese circostanze che io non ricordavo e io gli ho detto: senti non me li posso ricordare tutti questi nomi quindi faccio prima se ti do copia del file. Quindi non può avere distrutto immediatamente un bel niente perché glieli ho dati dopo».

CASCINI E AMARA

Davigo spiega di avere parlato della loggia Ungheria con Giuseppe Cascini, membro del Csm in quota sinistra. «Gliel'ho detto perchè si è occupato a lungo di Amara (...) mi disse: Amara non dice tutto ma è troppo intelligente per farsi prendere a dire cose non vere. Quindi probabilmente tutto quello che ha detto è vero". Il che aumentò la mia ansia per quello che emergeva da quelle dichiarazioni»

CONTRO LA PROCURA DI MILANO

Davigo si giustifica per avere portato i verbali al Csm parlando dell'inerzia dei suoi ex colleghi: «La Procura di Milano non ha fatto niente (...) dà una figura di pubblico ministero che è lontana mille miglia da quella che io ho sempre pensato essere, il pm è al servizio della legge, non deve portare a casa dei risultati, non deve portare a casa delle condanne e comunque non può sottrarre prove al giudice e neanche alla difesa». Secondo Storari, come è noto, i verbali di Amara venivano insabbiati per non compromettere l'esito del processo Eni. «Lui mi ha detto che è stato detto in sua presenza: no, questa roba la teniamo qui due anni e poi si vede". Ma come ti viene?»

IL CSM DOVEVA SAPERE

É il tema chiave dell'autodifesa di Davigo. «Se una loggia massonica decide le nomine di centinaia d magistrati italiani sarà bene un problema del Consiglio o no che deve essere segnalata?»

«NON ERANO VERBALI»

All'accusa di avere passato i verbali a alcuni membri del Csm Davigo replica: «Quelli non erano verbali in senso formale.. nulla aggiungevano e nulla toglievano a ciò che io dicevo a voce, erano una guida alla memoria (...

) se tutti ritenevano che questo fosse illecito, sono pubblici ufficiali, nessuno si è sognato di fare una segnalazione a mio carico. Ma di che cosa parliamo?»

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