Politica

"È in difficoltà", "Vecchia politica". Alta tensione tra Pd e 5S

L'esponente del Pd poi chiarisce: "Conte è prezioso". Ma nel Movimento c'è forte irritazione: "Così la direzione di marcia è sbagliata. Spazio a energie nuove"

"È in difficoltà", "Vecchia politica". Alta tensione tra Pd e 5S

C'è aria tesa tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico in prossimità dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica. Il fronte giallorosso si presenta ancora sfaldato a un appuntamento così cruciale, uniti solo dall'unico obiettivo di affossare la candidatura di Silvio Berlusconi. Nelle ultime ore a far scaldare gli animi tra M5S e Pd sono state le parole di Goffredo Bettini, che al Corriere della Sera ha affidato alcune delle sue posizioni sulla partita per il Colle e sull'alleanza nazionale con i grillini. Dichiarazioni a cui è seguita una levata di scudi dalla galassia 5 Stelle.

Le parole di Bettini

L'esponente del Partito democratico, parlando di una serie di ipotesi da spendere per il Quirinale, non ha nascosto che i pentastellati potrebbero mettersi di traverso se si dovesse presentare la possibilità Giuliano Amato: "Rischio concreto, da verificare". E poi, in riferimento alla tenuta del gruppo del Movimento targato Giuseppe Conte, non ha nascosto alcuni aspetti critici. "È in un momento di notevole difficoltà. Uomo leale, che apprezzo: ma più leader di governo, che capo di un partito", si legge sul Corriere.

È stato poi lo stesso Bettini a fare marcia indietro, precisando la situazione a Tpi per evitare fraintendimenti: "Ritengo il lavoro che sta svolgendo Giuseppe Conte prezioso per il suo movimento e per la stabilità della democrazia italiana. Stimo Conte umanamente e politicamente". Ma il dietrofront non è servito a calmare le acque agitate.

L'ira del M5S

Non sono tardate ad arrivare le repliche dal mondo grillino. Dalle parole dei 5 Stelle non può passare inosservata una certa irritazione alla luce della presa di posizione di Bettini. Fonti interne fanno sapere all'Adnkronos che il leader del Movimento sarebbe "adirato", irritato o comunque infastidito per il colloquio dell'esponente dem pubblicato questa mattina sulle pagine del Corriere.

Un sentimento d'ira che pare serpeggiare anche tra i vertici del M5S: non è stata gradita né la fuga in avanti sul Colle né le parole riservate a Conte. Un'uscita inaspettata e che ha colto di sorpresa molti, visto il rapporto di amicizia e stima che lega i due ormai da tempo. Le reazioni seccate sono una logica conseguenza. "La verità è che oltre alla gente comune anche tutti i politici riconoscono Conte come uomo leale. Ma è proprio la lealtà che spesso manca in quelli di lungo corso, abituati ai giochini della vecchia politica...", riferisce una fonte autorevole dei 5 Stelle.

Asse giallorosso in salita

La rabbia nel Movimento è tanta. A manifestarla è stato ad esempio il deputato Francesco Berti: "Non capisco perché Bettini sia così ascoltato dai vertici M5S. Spazio a energie nuove, in Parlamento e nei territori. A chi parla solo di strategie e relazioni, va preferito chi parla di temi e soluzioni".

E non si tratta di una sola voce fuori dal coro. Gli ha fatto eco Riccardo Ricciardi, vicepresidente pentastellato, che si dice perplesso dalle dichiarazioni di Bettini: "Gli altri partiti, da sempre, giudicano le dinamiche del Movimento come se fosse un partito tradizionale, preda di correnti e personalismi. Hanno sempre sbagliato e sbagliano anche ora. Agli alleati e a tutte le forze politiche ricordiamo che siamo la prima forza in Parlamento: nessuno creda che si possa eleggere il presidente della Repubblica e, conseguentemente, garantire una continuità di governo senza il Movimento".

Un'importante risposta pubblica è arrivata anche dai vertici: Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, ha sottolineato che "la direzione di marcia della coalizione non è quella giusta" se qualcuno pensa di affrontare la partita per il Quirinale attraverso "interviste e colloqui rilasciati alla stampa in cui si esprimono giudizi sul Movimento e il suo leader politico". Il rischio è che dunque l'asse giallorosso a livello nazionale possa trovare un ostacolo insormontabile.

Il vertice

Questa sera Giuseppe Conte riunirà i vertici del Movimento 5 Stelle alle ore 22 per fare il punto sul Quirinale a una settimana esatta dalla prima votazione.

Al vertice dovrebbero prendere parte i ministri Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli, Federico D'Incà e Fabiana Dadone, i capigruppo e i vice di Camera e Senato, i quattro coordinatori nazionali (Alfonso Bonafede, Chiara Appendino, Fabio Massimo Castaldo e Gianluca Perilli) e la capodelegazione in Parlamento europeo Tiziana Beghin.

Commenti