Sono quattro - tre maggiorenni e un minore - tutti incensurati, i componenti del branco che tra urla e risate di autoesaltazione ha scaraventato un anziano disabile in un cassonetto della spazzatura, chiudendo anche il coperchio per impedirgli di tornare fuori facilmente. Così, per ingannare il tempo, perché «a Napoli non c'è nient'altro da fare».
Ne dà notizia Il Mattino, spiegando che i quattro - individuati dal commissariato di Fuorigrotta - sono stati denunciati per violenza privata, ma potrebbero essere accusati anche di lesioni se emergessero delle ferite ai danni della vittima. Violenza privata è l'ipotesi di reato sulla quale si lavora. Rischiano quattro anni. La vicenda è salita agli onori della cronaca dopo la pubblicazione del video che il gruppetto aveva realizzato con il cellulare nei pressi di via Leopardi e nel quale si vede la vittima intonare assieme a loro il coro da stadio «chi non salta è bianconero». Poi il disabile viene preso di peso e scaricato in un cassonetto dell'immondizia tra le risate dei presenti.
Quel video, che i protagonisti della vicenda definiscono semplicemente una «goliardata», finisce su Facebook e diventa immediatamente virale tanto da far intervenire il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli per denunciare il gesto. Una condanna che spinge i ragazzi a cercare di mischiare le carte e giustificarsi per quanto possibile. Il più piccolo prova ad abbozzare una goffa difesa affidata ai social network, affermando di non essere un teppista, tanto meno di far parte di qualche baby gang napoletana. «Tra di noi - dice - ci sono tanti ragazzi che ogni mattina vanno a lavorare e appartengono a famiglie perbene». «È un nostro modo di giocare - prosegue il ragazzo - poteva accadere anche a me, lo facciamo perché a Napoli non c'è molto altro da fare, ci annoiavamo, tutto qua, ecco perché è successo».
Vicini all'identificazione anche i protagonisti di un altro video messo in rete lo stesso giorno: alcuni ragazzi, almeno una decina, che tra le stazioni di Chiaiano e Scampia della metropolitana di Napoli ricoprono di insulti un anziano che, per porre fine agli insulti, è costretto a scendere dal treno.
Sempre più spesso negli ultimi tempi si è assistito a episodi simili, commessi da giovani che poi hanno pensato bene di giustificare gli atti di violenza facendoli passare come scherzi. Basti pensare al caso della campionessa italiana Daisy Osakue, aggredita la sera del 29 luglio scorso. «È stata solamente una goliardata», si erano giustificati anche in quel caso gli aggressori.
Stessa giustificazione adottata dai due tredicenni che lo scorso 2 agosto avevano sparato con una scacciacani caricata a salve contro uno dei migranti che erano ospiti della parrocchia di Vicofaro, in provincia di Pistoia.
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