Se sei un mediano di colore e ti fanno «buu» la partita viene sospesa, e questo è sacrosanto. Ma da domenica scorsa anche se sei un attaccante di estrema destra e i tifosi avversari di danno del «fottuto nazista» la partita viene sospesa, e se questo sia sacrosanto o no decidetelo voi. Sicuramente è una novità da registrare nel meraviglioso mondo delle discriminazioni razziali, territoriali e da adesso quindi anche ideologiche.
Roman Vjaceslavovy Zozulja è un calciatore di 30 anni di ruolo attaccante. Un mestierante del pallone, che dopo aver giocato nella Dinamo Kiev, nel Dnipro e nel Real Betis e dopo aver vestito per 33 volte la maglia della nazionale dell'Ucraina (l'ultima presenza risale però a più di tre anni fa) è approdato all'Albacete, metà classifica della Liga 2 spagnola. Zozulja non è un campione, uno da sette-otto gol a stagione, forse anche perché ha altre passioni. Gli piace farsi fotografare in tenuta militare, a volte con delle grosse armi, posta spesso messaggi di solidarietà all'esercito del suo Paese e non nasconde la sua vicinanza a posizioni politiche di estrema destra. L'altra sera era in campo allo stadio di Vallecas, nella periferia di Madrid, nella partita Rayo Vallecano-Albacete nella ventesima giornata della serie B spagnola. La parte più calda della tifoseria di casa, di simpatie notoriamente di sinistra, ha preso di mira dall'inizio il giocatore con ripetuti cori «Román Zozulja, o puto nazi» (il fottuto nazi) al ritmo della canzone «Bella Ciao», che pur essendo italiana in Spagna gode di una grande popoèlarità perché fa parte della colonna sonore della serie «La casa di carta», di grande successo anche da noi.
L'arbitro, il señor José Luis López Toca, ha seguito la solita trafila di questi casi: all'ennesimo coro ha fermato il match per qualche minuto, poi ha fatto chiedere attraverso gli altoparlanti che cessassero i cori, ma questi sono andati avanti. La partita è proseguita fino alla fine del primo tempo, con le squadre sullo 0-0 e gli ospiti con un uomo in meno a causa dell'espulsione di Silvestre. A quel punto, negli spogliatoi, forse anche perché con l'inferiorità numerica la partita per i rossi «manceghi» si metteva male, i dirigenti dell'Albacete hanno comunicato all'arbitro che non sarebbero tornati in campo. Questo malgrado nel frattempo i tifosi di casa - forse resisi conto del rischio concreto della sospensione del match - avessere iniziato a cantare «era uno scherzo, Zozulja uno scherzo». Probabile che la partita sarà data vinta all'Albacete ma c'è anche l'ipotesi che la partita venga fatta rigiocare in campo neutro.
Secondo il presidente dell'Albacete Victor Varela, il giocatore ucraino era «distrutto e non smetteva di piangere». Ma di certo la disavventura non deve essere stata una sorpresa per Zozulja, che ha un precedente piuttosto corposo con il Rayo Vallecano. Nell'estate 2017 infatti, quando militava nel Real Betis di Siviglia il suo trasferimento alla squadra della periferia di Madrid, già perfezionato, saltò a causa delle proteste dei tifosi locali, che dichiararono di non volere in squadra «un giocatore nazista». E del resto anche il suo arrivo a Siviglia era stato tempestoso, a causa della pessima idea del giocatore di sbarcare dall'aereo indossando una maglietta con il simbolo di un gruppo ucraino di estrema destra.
In quell'occasione Zozulja dovette rimaner fermo per qualche mese e pèoi si accasò all'Albacete. All'epoca facebook decise di bloccare la pagina personale dell'attaccante. Stavolta a essere bloccato è stato addirittura il calcio.
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