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Disgelo nel centrodestra: candidato unico a Palermo

Gli alleati trovano la quadra su Lagalla e Iv si spacca. A breve vertice tra i leader per il nodo sulla Regione

Disgelo nel centrodestra: candidato unico a Palermo

Sbrogliata la matassa palermitana con la candidatura centrista unitaria di Roberto Lagalla, adesso tocca al vertice di centrodestra tornare a riunirsi, come non accadeva dall'elezione del presidente della Repubblica. È possibile che l'incontro tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani avvenga oggi, altrimenti si prevede un appuntamento per la prossima settimana.

Resta aperta la più ampia questione della presidenza regionale della Sicilia: se Fdi ha già dato l'adesione alla ricandidatura di Nello Musumeci, non è stato ufficializzato il sostegno degli altri schieramenti, anche per la contrarietà del coordinatore regionale di Fi, Gianfranco Miccichè. Alle scorse elezioni regionali il partito di Berlusconi era stato il più forte a Palermo e fonti azzurre sostengono che i sondaggi lo diano in testa e che il «sacrificio» del proprio candidato Francesco Cascio avrebbe un significato da far valere in scelte future.

Come candidato presidente della Regione si è parlato anche di Gaetano Miccichè, noto banchiere oltre che fratello del presidente dell'Assemblea regionale siciliana. Tra i nomi anche quello del segretario della Lega siciliana ed ex azzurro, Antonino Minardo. Ignazio La Russa, uomo di Fdi in Sicilia, è convinto che «il centrodestra non può che essere unito» anche su Musumeci. «Io rimango candidato, anche perché l'unità del centrodestra è la carta vincente» dichiara Musumeci. Ma la vicenda è aperta, anche per l'opposizione di uomini forti in Sicilia come Raffaele Lombardo e per la candidatura di Cateno De Luca, oggi sindaco di Messina.

Nel frattempo è scoppiato un altro bubbone, all'interno di Iv di Matteo Renzi. Italia viva ha sostenuto Lagalla sin dalla discesa in campo «civica» dell'ex rettore dell'Università di Palermo ed ex assessore della giunta Musumeci. Nonostante lo stop ufficiale di Renzi, il leader di Iv è stato sconfessato da una nota del suo partito in Sicilia, che insiste nel sostenere l'ex rettore.

Lagalla, primario di Radiologia, proveniente da Fi, nel 2017 nella giunta Musumeci era arrivato non alla Sanità ma alla Formazione, da dove ha acquisito ampio consenso grazie all'apprezzata gestione dell'assessorato. Nella scorsa primavera la decisione di dimettersi per candidarsi a sindaco di Palermo. È poi arrivato il sostegno di FdI, che ha ritirato la sua candidata, degli autonomisti di Lombardo, di Coraggio Italia, Noi con l'Italia, la Nuova Dc di Cuffaro e di Marcello Dell'Utri. Ieri l'ufficialità del passo indietro del candidato azzurro Francesco Cascio.

«Forza Italia ha fatto una scelta di generosità e buonsenso, mettendo da parte l'interesse personale per consentire al centrodestra di tornare vincente» recita una nota del partito. Soddisfatto il leghista Matteo Salvini. «Centrodestra unito a Palermo, missione compiuta.

Prima l'Italia sarà protagonista» dice Salvini, che presenterà una lista unica ancora da definire con Totò Cuffaro (che ha scontato la propria pena per favoreggiamento della mafia) o con l'autonomista Raffaele Lombardo di Mpa, assolto dopo un lungo procedimento giudiziario e con un buon seguito elettorale.

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