Divieto d'espatrio ai bimbi rom. Al capolinea la fuga dell'ultimo

Gli altri tre sono già in una struttura protetta lontano dalle famiglie. Ricerche del dodicenne, la Polizia locale è già sulle sue tracce

Divieto d'espatrio ai bimbi rom. Al capolinea la fuga dell'ultimo
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Ieri il tribunale dei Minori di Milano ha disposto "il divieto di espatrio dal territorio nazionale" dei tre ragazzini di origine bosniaca che lunedì, a bordo di una vettura rubata la sera prima, hanno travolto e ucciso al Gratosoglio, periferia sud di Milano, una vedova di 71 anni, Cecilia De Astis, fuggendo poi senza soccorrerla. Al volante della macchina, una Citroën rubata la sera prima a quattro turisti francesi, c'era un 13enne. Con lui sul veicolo anche il fratellino di 12 anni, un ragazzino suo coetaneo (al momento ancora introvabile) e una cugina di soli 11 anni.

Rintracciati la mattina dopo l'incidente mortale dalla Polizia Locale nel piccolo accampamento rom di via Selvanesco, infatti, ma subito riaffidati dal Tribunale dei Minori ai genitori perché inferiori ai 14 anni e quindi per legge non imputabili, nella notte tra mercoledì e giovedì i quattro giovanissimi rom si erano allontanati con i famigliari dall'insediamento in maniera del tutto arbitraria, senza comunicare questa loro decisione alle forze dell'ordine. Tre di loro erano stati subito rintracciati in Piemonte: i due maschi con le madri in un insediamento rom di Beinasco, comune a mezz'ora da Torino; la bimba, insieme a un gruppo di altri ragazzini, a bordo di furgone guidato dalla nonna al casello di Fossano (Cuneo) lungo l'autostrada A6, la Savona-Ventimiglia, probabilmente diretta al confine francese dove i famigliari pensavano di farla espatriare.

Il giudice ieri ha anche convalidato il provvedimento d'urgenza preso giovedì dal comandante della Polizia locale, Gianluca Mirabelli, per sistemare i tre ragazzini in un posto sicuro, distanti dalle famiglie, e quindi in una comunità protetta, secondo l'articolo 403 del Codice civile che concede alle pubbliche autorità la possibilità di intervenire "quando il minore è moralmente o materialmente abbandonato o si trova esposto, nell'ambiente familiare, a grave pregiudizio e pericolo per la sua incolumità psico fisica".

Affinché la misura d'urgenza di collocazione in una comunità protetta (ne sono state scelte tre differenti, una per ogni bambino) diventi definitiva, però, il giudice del Tribunale dei Minori ha previsto un'udienza di comparazione con i genitori dei ragazzini per la mattina di mercoledì prossimo 27 agosto.

Intanto continuano le ricerche sempre da parte della Polizia Locale del dodicenne, il quarto bambino del gruppetto che si trovava sulla vettura pirata. Anche lui mercoledì sera infatti si era allontanato con la madre spostandosi in zona Barona dove è stato visto l'ultima volta. I vigili sono praticamente certi di rintracciarlo a breve e quando accadrà anche per lui scatterà il collocamento in comunità.

Secondo le indagini svolte fin qui dalla Locale i quattro ragazzini bosniaci minorenni, esattamente una settimana fa, domenica 10 agosto, nel pomeriggio avevano derubato i bagagli da una Citroën Ds4 bianca che avevano trovato parcheggiata in via Fratelli Rizzardi e che appartiene a quattro giovani turisti provenienti da Strasburgo e che risiedono in un B&B. Dopo aver portato tutta la refurtiva - pc e Ipad, poi recuperati dai vigili e riconsegnati ai legittimi proprietari - al campo di via Selvanesco, al Gratosoglio, i bambini avevano trovato nei trolley anche la chiave di riserva dell'auto. Erano così tornati in serata sul luogo del furto rubando anche la macchina che avevano poi nascosto non lontano dal campo rom, tra la boscaglia.

La mattina successiva, lunedì, la tragedia: con il 13enne al volante, i quattro intorno a mezzogiorno hanno percorso circa due chilometri verso il centro e sono arrivati in via Michele Saponaro: lì, dopo

una sbandata in curva, la macchina è finita sull'area verde accanto al marciapiede falciando Cecilia De Astis, morta praticamente sul colpo. "I freni non funzionavano bene e ho preso la signora" aveva confessato il 13enne.

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