«Prima ho sentito un colpo sparato dall'ingresso. In quel momento ci saranno state circa 7-800 persone. Ho pensato a un petardo, ma poi gli spari sono andati avanti a ripetizione». La drammatica testimonianza di Abdullah Can Sarac, il dj della discoteca Reina attaccata a Capodanno, è stata raccolta dal sito del quotidiano turco Hurriyet. Dopo i primi spari il Veglione è precipitato nel terrore. «Ci siamo chiusi nello stanzino e abbiamo sentito il terrorista salire sulla mia postazione. Eravamo terrorizzati e sentivamo il suono dei bossoli cadere sul pavimento. Ogni volta che cambiava il caricatore pregavo Dio che fosse l'ultimo». Sarac ha confermato che il terrorista era solo e che ha urlato tre volte «Allah o akbar». «Siamo rimasti immobili fino a quando non abbiamo sentito l'arrivo della polizia - racconta il dj - C'era sangue dappertutto, cadaveri, lamenti dei feriti».
Sarac punta il dito contro le autorità: «La città era controllata in ogni punto. Com'è possibile che il killer abbia potuto agire e fuggire indisturbato? Perché la polizia ci ha messo così tanto ad arrivare con una caserma distante poche centinaia di metri?».FBil
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