Coronavirus

Il dl Rilancio è in alto mare ​E Conte ora rischia grosso

Il decreto ancora non avrebbe ricevuto la bollinatura del Mef. Gelo dal Colle. E la Fase 2 del premier porta al tramonto

Il dl Rilancio è in alto mare ​E Conte ora rischia grosso

Il decreto Rilancio ancora non si vede. Il testo resta bloccato e palazzo Chigi e non è ancora riuscito ad ottenere, come ha ricordato ilGiornale, la bollinatura del Mef. Eppure qualche giorno fa, con tanto di conferenza stampa, il premier Conte aveva annunciato in pompa magna le misure per far ripartire il Paese. “Una doppia manovra”, l’aveva ribattezzata. Eppure su come e quando verranno usati 55 miliardi promessi dall’esecutivo non si sa ancora nulla. A quanto pare lo scoglio principale sarebbe quello delle coperture che mancano ancora all’appello. Uno scoglio duro da superare per un esecutivo che fin qui ha vissuto di annunci, dpcm e conferenze stampa con le lacrime di qualche ministro che pensa agli immigrati. E questi ritardi sul testo che più di ogni altro dovrebbe servire al paese e alle aziende per ripartire e rimettere in moto quel poco di economia che ci è rimasta, hanno suscitato perplessità anche dalle parti del Colle.

Come riporta affaritaliani, proprio i ritardi sul testo del decreto preoccupano e non poco Mattarella. Ma la Fase 2 che sta per iniziare, potrebbe essere la “fase finale” dello stesso Conte. Infatti da qualche settimana il premier è stretto nella morsa dei del e dei benzinai che a più riprese, con manovre ora esplicite ora nascoste, provano a dare una spallata a palazzo Chigi. In questo quadro le perplessità sul Mes da parte del premier e soprattutto dei grillini potrebbero dare un’accelerazione ad un cambio della guardia sullo scranno più alto del governo. Secondo alcune voci riportare da affar italiani, il premier potrebbe essere sostituito da un uomo dem (il profilo che si fa strada è quello di Franceschini, cattolico e molto filo-europeista). Conte anche ieri sera nella sua conferenza stampa per annunciare il dpcm sulle riaperture, ha cercato di parare i colpi respingendo le indiscrezioni su manovre di palazzo per sostituirlo e attaccandosi ancora di più alla poltrona.

Ma di fatto questo probabile allentamento dello stato emergenziale che dovrebbe poi dare il via agli spostamenti tra regioni dal prossimo 3 giugno, potrebbe coincidere con il tramonto definitivo del premier. Finora Conte è rimasto in sella anche grazie all’emergenza Covid che ha congelato le sportellate con i benzinai di febbraio scorso. Ma chiuso la parentesi di massima allerta per il virus, allora si potrebbe aprire sul governo una sorta di resa dei conti. E gli esiti di questa lotta sono del tutto imprevedibili.

Intanto imprenditori, partite Iva e tutto il motore economico del Paese attende un decreto Rilancio che a quanto pare è ancora in alto mare.

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