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Dl ristori in extremis. L'inghippo dei colori complica i risarcimenti

In nottata il Cdm. Rimborsi e regole cambiano a seconda che le zone siano rosse o gialle

Dl ristori in extremis. L'inghippo dei colori complica i risarcimenti

A tarda notte sul tavolo del consiglio dei ministri è approdato il quarto decreto ristori che dovrebbe nelle intenzioni del governo dare ossigeno alle attività penalizzate dalle chiusure. Otto miliardi di euro: si va dall'indennità di mille euro per i lavoratori del turismo, dello spettacolo, delle terme, agli 800 euro per i co.co.co dello sport, fino allo slittamento delle scadenze fiscali. Il provvedimento arriva in extremis a posticipare gli adempimenti di Irpef, Ires e Irap per imprese e professionisti che scadono oggi, al 10 dicembre. C'è poi un ulteriore allungamento delle scadenze al 30 aprile per tutte le attività che abbiano registrato un calo del 33% dei ricavi nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Fatta eccezione per le aziende che si trovano nelle zone rosse e arancioni, che non devono dimostrare il calo del fatturato. Ma lo stretto margine di approvazione pone un problema per attività e ristoranti con sede nelle regioni che da ieri hanno cambiato fascia. Sono diventate arancioni Piemonte, Lombardia e Calabria e gialle di Liguria e Sicilia, e stando alle ultime bozze del decreto per le attività di questi territori il rinvio delle tasse al prossimo 30 aprile non sarebbe più automatico, dovrebbero dimostrare di aver avuto un calo di fatturato di almeno il 33%. C'è poi il paradosso dei fiorai che sono rimasti aperti anche nelle zone rosse, e per questo esclusi dai ristori. Ma non vendono perché tutto il comparto cerimonie ed eventi si è fermato: «Senza ristori prevediamo a gennaio un rischio chiusura per il 30% dei negozi - è l'allarme di Federfiori - Dopo il primo lockdown il 10% delle imprese non ha riaperto e questo fatto di farci stare aperti paradossalmente ci ha massacrato perché ci ha fatto indebitare».

Di certo c'è che vengono posticipate fino all'1 marzo le rate del saldo stralcio, che erano state allungate al 10 dicembre. Una misura per oltre 2 milioni di contribuenti. Previsto lo stop a ganasce fiscali col blocco della possibilità per il fisco di attivare le procedure esecutive per chi presenta la domanda per dilazionare i debiti a causa di comprovate difficoltà economiche. Ci sono poi 92 milioni di euro extra per il Fondo a sostegno delle associazioni sportive e società sportive dilettantistiche. Previsti anche 500 milioni di euro per il ristoro delle perdite subite dal settore delle fiere e dei congressi. Mille euro saranno erogati anche a lavoratori fragili che hanno «cessato, ridotto, sospeso» il rapporto di lavoro tra il primo gennaio 2019 e l'entrata in vigore del decreto, e autonomi privi di partita Iva titolari di contratti occasionali. Nel decreto spunta anche un rinvio al 2023 dell'attuazione del federalismo fiscale.

Alle Regioni vanno poi 250 milioni per saldare i debiti in scadenza. Nella bozza del provvedimento ci sono anche risorse per le forze dell'ordine. Dal 25 novembre e fino al 31 dicembre per lo svolgimento dei maggiori compiti legati al coronavirus viene autorizzata una spesa di 62,3 milioni per il pagamento al personale delle forze di polizia: 48,5 milioni per le indennità di ordine pubblico e 13,7 per gli straordinari.

Per lo stesso periodo è poi stanziata un'ulteriore spesa di 5,3 milioni per le prestazioni di lavoro straordinario dei vigili del fuoco.

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