Gli occhi sono puntati tutti su domani quando il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, presenterà alla Conferenza Stato-Regioni il Piano scuola in vista del rientro in presenza a settembre. All'incontro di ieri con i sindacati il ministro ha specificato che adotterà a breve delle specifiche linee guida a chiarimento del parere espresso dal Cts. In merito alle vaccinazioni, ha anche ribadito che a livello nazionale l'85,5per cento del personale scolastico risulta vaccinato. E per ora sembrano essere tutti d'accordo nel seguire la strada maestra, quella cioè dell'introduzione dell'obbligo vaccinale per insegnanti e personale scolastico entro il 12 settembre, unica strategia valida individuata per dire addio alla didattica a distanza: soluzione che potrebbe essere adottata in un Cdm già giovedì. Solo Salvini dissente, e conferma la contrarietà all'obbligo di green pass per l'accesso agli istituti scolastici. «Non scherziamo, piuttosto dobbiamo continuare a vaccinare gli anziani e le persone fragili», risponde il segretario leghista. «Il vaccino salva la vita e questo è fuori discussione, ma dico no nell'obbligare i bimbi di 12-13 anni alla vaccinazione».
Ma l'esecutivo non intende rallentare, «l'obiettivo di tutto il governo è la riapertura in presenza a settembre», ha sottolineato il ministro durante l'incontro con i sindacati, e per il momento si sono scelti toni piuttosto morbidi, nel solco delle forti raccomandazioni (prima di arrivare evidentemente a una vera e propria imposizione) il ministro Bianchi ha diramato un video-appello in cui esorta chi non si fosse ancora deciso a vaccinarsi, di farlo, per «rispetto e responsabilità anche nei confronti degli altri» ha spiegato. «Il mondo della scuola ha reagito con responsabilità alla campagna di vaccinazione - ha osservato Bianchi - Il governo si è predisposto per tempo alla ripresa, stanziando in totale per la sicurezza più di 1,6 miliardi negli ultimi mesi. Ora siamo pronti per il Piano scuola che condivideremo con Regioni e autonomie locali in Conferenza».
E non si è fatta attendere la risposta dell'associazione nazionale presidi: «Le condizioni per un rientro duraturo e in presenza dipendono essenzialmente dall'esito della campagna vaccinale per personale della scuola e studenti. L'alternativa a questo, deve essere chiaro a tutti, è la didattica a distanza» ha dichiarato il presidente Antonello Giannelli. «Troviamo fuorviante il dibattito sull'obbligatorietà della vaccinazione anti Covid per i docenti - ha puntualizzato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti - Parliamo anche delle classi troppo affollate, e la carenza di organici rimasti pressoché uguali nonostante la pandemia esigesse di mettere in campo più docenti, oltre che più spazi, proprio per formare classi meno affollate. Se vogliamo davvero chiudere con la Dad, non possiamo ridurre la questione soltanto a questo aspetto, soprattutto se consideriamo che la percentuale di insegnanti immunizzata è molto elevata».
Tra l'altro, come ha spiegato il ministro Bianchi, non c'è alcuna certezza sul numero reale dei docenti che mancano ancora all'appello vaccinale perché alcune Regioni non avrebbero ancora registrato i relativi dati facendo salire ulteriormente la percentuale effettiva.
Massimo Galli responsabile di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano poi alza il tiro e spiega: «Occorre la vaccinazione degli studenti sopra i 12 anni e l'adozione di sistemi di sorveglianza che consentano di identificare rapidamente i focolai che si dovessero manifestare, soprattutto in situazione come nelle scuole elementari dove i non vaccinati sono, necessariamente, la totalità degli studenti».
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