Coronavirus

Domani in piazza la rabbia No Pass. Barbero: "Rischiosi i controlli aziendali"

Lo storico: "Troppo potere alle imprese". Il Viminale teme un ritorno violento delle proteste contro il vaccino. A Milano solo un sit-in. Sorvegliate istituzioni, case farmaceutiche e stazioni

Domani in piazza la rabbia No Pass. Barbero: "Rischiosi i controlli aziendali"

Torna in piazza il popolo dei No Vax dopo l'annuncio del green pass obbligatorio sul posto di lavoro, tanto che le questure si stanno attrezzando per prevenire eventuali problemi. Nel frattempo non si spengono le polemiche, con lo storico Alessandro Barbero che boccia il nuovo corso e si dice anche preoccupato per i controlli aziendali: «È una cosa rischiosa, che va contro quello che la sinistra tradizionalmente ha cercato di evitare e cioè che gli imprenditori avessero troppo potere di controllo su quello che fanno i loro lavoratori. Non è quello che avrei voluto».
A Milano il questore ha prescritto a 16 promotori di eventi No Vax che la prossima manifestazione avvenga solo in forma statica in piazza Sempione. In un comunicato della questura si spiega il perché, «dopo una attenta analisi delle dinamiche nel corso delle pregresse iniziative»: «Le persone partecipanti talora non avevano piena consapevolezza circa le modalità di svolgimento della mobilitazione e sono state condizionate da singoli elementi che hanno assunto un ruolo occasionalmente trainante, dettando tempi e modalità di estrinsecazione della protesta, risultate spesso non compatibili con l'ordinario esercizio di altre prerogative (per esempio la circolazione stradale)».
A Genova da oggi a lunedì 20 settembre avranno luogo, come annunciato dal gruppo Telegram «Libera Piazza Genova», proteste di piazza con studenti, insegnanti, genitori e poi un presidio fisso di fronte al tribunale. A Roma si pensa più a eventi spontanei, come si legge sul gruppo Telegram «Basta dittatura», in cui si parla di manifestazioni apartitiche, spontanee, autogestite che avranno luogo domani alle 18 sia nella Capitale che in altre città d'Italia tra cui Venezia, Napoli, Palermo, Firenze, Livorno, Trapani, Vercelli, Bologna. Nel gruppo si propone anche uno «sciopero generale promosso dal popolo» e si chiede di inondare le mail dei principali sindacati italiani complici, a loro dire, di aver appoggiato «il governo nell'imporre il passaporto schiavitù». I gestori del gruppo Telegram sono pronti anche a un'azione contro la Procura di Torino che ha disposto il sequestro dello stesso. «Inondiamoli di messaggi», scrivono ancora incuranti del rischio denunce. Su «Basta dittatura» si continua oltretutto a chiedere la diffusione di indirizzi e numeri di telefono di politici, medici, giornalisti, attori che appoggiano le misure sul green pass. I reati contestati ai responsabili, i cui nomi sarebbero già in possesso degli inquirenti, sono istigazione a delinquere aggravata dall'odio con lo scopo di commettere delitti di terrorismo e dall'utilizzo di strumenti informatici e utilizzo di strumenti informatici e telematici per la diffusione di illeciti su larga scala. Le questure di tutta Italia sono già al lavoro per rafforzare i controlli, disponendo l'impiego di agenti nei luoghi delle manifestazioni e il controllo degli obiettivi sensibili, tra cui stazioni ferroviarie, monumenti, sedi istituzionali.
La Polizia postale sta monitorando da tempo, invece, i social network su cui i No Vax e No Green Pass si scambiano informazioni. Tra i molti che chiedono solo una protesta pacifica ci sono anche violenti che hanno l'intento di commettere atti vandalici o aggressioni fisiche. Tra i manifestanti c'è il rischio molto alto di infiltrazioni da parte di gruppi di estrema sinistra, estrema destra o anarchici.
Tra le realtà monitorate anche alcune aziende che da tempo hanno manifestato la volontà di imporre il green pass per i dipendenti. Ciò che si vuole scongiurare è che possano esservi azioni di forza dell'ultimo minuto.

Attenzionate anche le sedi italiane delle case farmaceutiche che producono il vaccino anti Covid.

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