
A dieci giorni dall'inizio del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, la tregua, anche se in alcuni momenti precaria, regge ancora. Benjamin Netanyahu ieri ha parlato alla Knesset e ha ribadito: "Dobbiamo riportare a casa gli ostaggi uccisi, fino all'ultimo". Ha poi precisato: "Se avessi ascoltato molti di coloro che erano in questa sala, e fuori, che mi chiedevano di fermare la guerra, di arrendermi, di alzare le mani...Se avessi ceduto a queste richieste, la guerra si sarebbe conclusa con una schiacciante vittoria per Hamas e l'intero asse iraniano". Il premier israeliano ha anche accusato gli estremisti di aver "violato palesemente" la tregua con l'attacco mortale di domenica contro le truppe israeliane a Rafah e ha spiegato che in risposta Israele "ha colpito con 153 tonnellate di esplosivi decine di obiettivi, inclusi alti comandanti".
"La pace si fa con i forti, non con i deboli, e oggi tutti sanno che Israele è un Paese molto forte. Un Paese più forte che mai", ha tuonato. È intervenuto pure il ministro della Difesa Israel Katz che ha minacciato: "I miliziani di Hamas oltre la linea gialla saranno presi di mira senza preavviso". Il ministero degli Esteri israeliano ha accusato invece l'organizzazione palestinese di continuare "deliberatamente" a violare il cessate il fuoco a Gaza, e ha incolpato i presunti "terroristi" di aver oltrepassato la linea gialla a est di Gaza City e di "rappresentare una minaccia" per le truppe israeliane. Ieri mattina l'Idf ha fatto sapere che le forze armate hanno aperto il fuoco su due gruppi.
A causa forse di questa pressione, continua la restituzione delle salme dei prigionieri israeliani. Ieri Hamas ha consegnato alle 20 ora locale il corpo di un altro ostaggio. È il tredicesimo consegnato dall'entrata in vigore del cessate il fuoco il 10 ottobre. Ne restano 15 in mano ai terroristi. Ma la scia di sangue non si ferma. Altri due palestinesi sono stati uccisi ieri mattina dalle forze israeliane a est di Gaza City. Domenica sono stati invece 45 i cittadini morti in diverse zone della Striscia. Dall'inizio della tregua, almeno 97 gazawi sono stati ammazzati e altri 230 sono rimasti feriti. Ad affermarlo è il governo di Hamas, che ha anche denunciato 80 violazioni della tregua da parte dello Stato ebraico. Intanto proseguono le trattative. L'Egitto ospiterà al Cairo dei colloqui con Khalil Al-Hayya, capo di Hamas in esilio a Gaza, per discutere di come dare seguito all'attuazione dell'accordo.
Secondo il Guardian, la delegazione del gruppo islamista discuterà le modalità per promuovere la formazione di un organismo tecnico che gestisca la Striscia senza la rappresentanza di Hamas. Ieri Israele ha anche aperto i valichi di frontiera di Kerem Shalom e Kissufim.