 
Donald Trump mostra i muscoli e poco prima dell'attesissimo incontro con Xi Jinping in Sud Corea annuncia di aver ordinato al Pentagono di riprendere subito i test nucleari dopo oltre 30 anni. "Come fanno altri", ha precisato su Truth, in primis la Russia e la Cina. "Gli Stati Uniti possiedono più armi nucleari di qualsiasi altro Paese. Questo obiettivo è stato raggiunto, incluso un completo ammodernamento e rinnovamento delle armi esistenti, durante il mio primo mandato - ha sottolineato il presidente Usa - A causa dell'enorme potere distruttivo, odiavo farlo, ma non avevo scelta. Mosca è seconda e Pechino è terza, ma sarà come noi entro 5 anni. Visti i test di altri Paesi, ho incaricato il dipartimento della Guerra di iniziare a provare le nostre armi nucleari su base paritaria iniziando immediatamente". Nonostante questo, l'atmosfera del faccia a faccia durato due ore con il collega del Dragone (il primo dopo sei anni) è sembrata distesa, sia all'inizio che alla fine, quando i due leader si sono stretti la mano tra sorrisi e convenevoli. Il tycoon ha confermato che andrà in Cina, in aprile, mentre Xi ricambierà la visita più avanti.
"Un grande successo, su una scala da 1 a 10 è stato 12", ha esultato Trump dopo il vertice, al centro del quale, oltre alle questioni commerciali, c'è stata ovviamente la guerra in Ucraina, su cui ha assicurato che Usa e Cina lavoreranno insieme, mentre il delicato dossier Taiwan non è stato discusso. Xi, da parte sua, ha elogiato gli sforzi di pace del presidente a Gaza e ha sostenuto che Washington e Pechino devono essere "partner e amici", anche se "non sempre vedono le cose allo stesso modo". Nonostante le loro differenze, ha suggerito, i due leader dovrebbero "mantenere la giusta rotta e garantire la navigazione costante della gigantesca nave delle relazioni Cina-Usa": "Credo sempre che lo sviluppo della Cina vada di pari passo con la vostra visione di rendere di nuovo grande l'America", ha aggiunto, confermando la volontà di stabilizzare i rapporti. Mentre sulla questione dei test atomici, al termine dell'incontro The Donald ha ribadito che "con altri che testano armi nucleari, è appropriato che lo facciamo anche noi. I siti saranno determinati più avanti". Pechino, tramite il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun, ha esortato gli Stati Uniti a "rispettare scrupolosamente" la moratoria globale sui test nucleari, sperando che "intraprendano azioni concrete per salvaguardare il sistema globale di disarmo nucleare e non proliferazione e l'equilibrio strategico e la stabilità globali".
L'annuncio del comandante in capo è arrivato pochi giorni dopo che la Russia ha dichiarato di aver testato un missile da crociera con capacità nucleare e un drone marino a propulsione nucleare, ma il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha sottolineato che le recenti esercitazioni "non possono in alcun modo essere interpretate come un test atomico", e "ci auguriamo che l'informazione sia stata trasmessa correttamente al presidente Trump". "Se qualcuno si discosta dalla moratoria, la Russia agirà di conseguenza", ha aggiunto, lasciando intendere che Mosca condurrà i propri test se il tycoon li farà per primo, ma dicendo di non ritenere che l'annuncio inneschi una nuova corsa agli armamenti. "Gli Stati Uniti sono un Paese sovrano, hanno diritto a decisioni sovrane - ha ripetuto - Ma voglio ricordare la dichiarazione che Putin ha ripetuto più volte, cioè che certamente, se qualcuno rinuncerà alla moratoria, la Russia agirà di conseguenza".
Entrambe le nazioni osservano una moratoria di fatto sui test con testate nucleari, sebbene conducano regolarmente esercitazioni militari con sistemi a capacità atomica. Inoltre, gli Stati Uniti sono firmatari dal 1996 del Trattato sulla messa al bando totale dei test nucleari, che vieta tutte le esplosioni di test atomici, sia per scopi militari che civili.