La portavoce della Casa Bianca riferisce di un Donald Trump "estremamente frustrato" con Russia e Ucraina: non vuole ulteriori colloqui, vuole vedere vere azioni verso la pace". Cresce la tensione sul mancato cessate il fuoco tra Mosca e Kiev dopo l'ennesima giornata di scintille e proposte bocciate. Volodymyr Zelensky, incontrando i giornalisti a Kiev, ha confermato che le trattative di pace sono incagliate principalmente sul destino del Donbass, il Donetsk in particolare. Gli Usa vorrebbero che le forze ucraine si ritirassero e che quel fazzoletto di terra martoriato divenisse una "zona economica libera". A Mosca però non viene chiesto altrettanto nella parte che occupa attualmente. Uno squilibrio potenzialmente fatale. Zelensky è sotto pressione immensa da parte degli Usa e allora, sulla questione territoriale, evoca le urne: "Sarà il popolo a decidere, con le elezioni o un referendum". Una proposta, quella della consultazione popolare, che Mosca definisce "un dito medio alla Casa Bianca" tramite il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, solleticando la rabbia del presidente Trump.
L'accelerazione è sempre più evidente e nelle ultime 24 ore sono emersi molti dettagli. Il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, in conferenza stampa a Berlino col segretario generale della Nato Mark Rutte, ha precisato che, quando ha sentito al telefono il presidente americano insieme ai suoi pari di Parigi e Londra, la Casa Bianca non aveva ancora ricevuto l'ultima versione del piano, che rispecchia la posizione euro-ucraina. Dentro c'è un'ipotesi di "concessioni territoriali" che l'Ucraina "potrebbe accettare". Ora, ha detto Merz, i negoziati - nell'idea degli europei - continueranno nei prossimi giorni e nel corso del fine settimana e poi potrebbe esserci "una riunione" all'inizio della prossima settimana a Berlino - era stato lo stesso Trump a rivelare l'invito. "La partecipazione dell'amministrazione statunitense dipenderà in gran parte dai documenti su cui lavoreremo in questo periodo", ha aggiunto Merz. Anche se Trump - spiega la Casa Bianca - si dice frustrato da Mosca e Kiev: "Non vuole più chiacchiere, ma azione. È stufo degli incontri solo per il gusto di fare incontri".
L'altro nodo, ha detto Zelensky, è il destino della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa e cruciale per lo sviluppo economico dell'Ucraina. La parte economica sarà oggetto di un documento separato - Zelensky ne ha parlato di recente con il segretario al Tesoro Scott Bessent - così come le garanzie di sicurezza. A questo proposito Zelensky si è collegato in serata con una folta delegazione che comprendeva Marco Rubio, Pete Hegseth, Steve Witkoff, Jared Kushner, il comandante supremo della Nato e delle forze Usa in Europa, il generale Grynkewich, nonché lo stesso Rutte. Ed è stato concordato che i team lavoreranno attivamente per garantire che, nel prossimo futuro, vi sia "una chiara comprensione" di queste garanzie. L'ex premier olandese, ha ribadito che "la sicurezza dell'Ucraina è la nostra sicurezza" e che "noi siamo il prossimo obiettivo della Russia, non possiamo lasciarci dividere". L'ipotesi che esista una versione riservata della strategia di sicurezza nazionale Usa che prevede una nuovo format extra-europeo, il C5 (Usa, Russia, Cina, India e Giappone), e l'intenzione di "separare" Italia, Austria, Polonia e Ungheria dall'Ue è arrivata come l'ennesima doccia fredda a Bruxelles.
Ma un diplomatico europeo è più realista: "Negli ultimi anni tutti i governi statunitensi hanno cercato di dividere l'Ue quando si trattava dei propri interessi: questi qui sono semplicemente più onesti e cercano alleati ideologici", commenta un diplomatico europeo.