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"Interferenze? Sorpreso se non ci fossero, ma gli Usa...". I sospetti di Monti

Mario Monti invoca ancora una volta un governo di unità nazionale e punge il centrodestra sul suo posizionamento nello scacchiere europeo

"Interferenze? Sorpreso se non ci fossero, ma gli Usa...". I sospetti di Monti

Intervenuto a Otto e mezzo, il programma di approfondimento politico di La7, Mario Monti ha fatto il punto sulle più stringenti questioni politiche che stanno animando la campagna elettorale, prima fra tutte la questione dei finanziamenti che la Russia avrebbe elargito a diversi partiti, tra i quali il Copasir ha escluso ci fossero formazioni italiane. Una ricostruzione che, però, non sembra convincere Mario Monti: "Sarei sorpreso se nessuna parte di questi finanziamenti fosse andata a partiti italiani". L'ex premier ha aggiunto che "per noi il processo democratico è sacro e va difeso da ogni tipo di interferenza, sia interna che esterna".

Quindi, il senatore a vita, ha sottolineato quello che farebbe se fosse ancora a Palazzo Chigi: "Inviterei gli americani a trasmetterci le informazioni che possano avere conseguenze, perché se non è una fuga di notizie e se c'è, anzi, una partecipazione dell'amministrazione americana a questo documento, anche un'uscita di questo genere. Può essere ritenuta un'interferenza nella nostra campagna elettorale. Su queste questioni gli Stati devono essere puntigliosi".

Spostandosi verso un argomento più contingente e attinente in maniera stretta alla campagna elettorale, Mario Monti ha pontificato sul prossimo governo, lasciando trasparire un certo interesse per un altro esecutivo di larghe intese. Nonostante consideri sacro il "processo democratico", Mario Monti non pensa che l'ennesimo governo di larghe intese vanificherebbe, ancora una volta, l'espressione democratica del voto degli italiani: "Io spero che l'era dei tecnici, usati come foglie di fico per coprire le incapacità delle forze politiche, sia terminata. Ma non penso che l'unità nazionale sia una catastrofe". Anzi, sottolinea, "solo con l'unità nazionale, ma con un progetto politico dietro, si può chiamare ogni parte della società a prendersi una parte del costo per il rinnovamento del Paese".

Quindi, l'ex premier tira una stoccata alla coalizione di centrodestra, salendo ancora una volta in cattedra per dare lezioni: "Paradossalmente, se il centrodestra governerà bene durerà poco, perché governare bene vuol dire stare bene in Europa, nell'Alleanza Atlantica e saper gestire i problemi di bilancio dell'Italia.

E questo porrebbe un problema a Salvini e porterebbe alla dissoluzione della coalizione".

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