Dove la plastica usata rinasce a nuova vita

Si prova una sensazione di sollievo nel vedere dove finisce una bottiglia di acqua minerale vuota oppure la vaschetta della frutta. Schiacci tutto per bene, butti nel sacco della raccolta differenziata e segui i tuoi scarti fino al camion della nettezza urbana. E poi cosa succede? In molti gufano, certi che «tanto buttano tutto dentro la discarica». In molti altri regna la grande speranza di aver fatto qualcosa di utile per l'ambiente. E in effetti è così. Perché quella bottiglia vuota o quell'imballaggio riciclato, per esempio, a Milano, finisce a Montello, paese vicino a Bergamo dove esiste un megastabilimento che si connota appena scorgi sul piazzale camion stracolmi di plastica pressata.

E proprio da qui quella colorata miriade di spazzatura riprende una nuova vita. Quando entra nello stabilimento la vedi scorrere lungo degli scivoli che ricordano un parco giochi per bambini. Eppure da lì parte la fase della selezione e della suddivisione. Le bottiglie di plastica vengono lavate in acqua calda per eliminare etichette e eventuali residui di sporcizia. I flaconi di detersivo sono sottoposti a processi meccanici di eliminazione dei materiali indesiderati. Il materiale viene poi inviato al riciclo e qui c'è la sorpresa. Dalle bottiglie di plastica si ottengono scaglie in Pet adatte per la produzione di lastre, contenitori, prodotti per l'edilizia, per le auto o per il settore tessile, ma anche per ottenere nuove bottiglie d'acqua. Dai flaconi di detersivo si ricavano granuli destinati alla produzione di tubi. Dagli shopper e dagli imballaggi filmati si ottengono scaglie e granuli utilizzati per produrre vasi per fiori, manufatti per l'arredo urbano, nuovi sacchetti e materiali per l'edilizia, come canaline, distanziatori e guaine bituminose. Insomma, tutto viene trasformato in piccoli impalpabili fiocchi colorati utili a creare mille oggetti: dai cruscotti per le auto alle imbottiture per le sedie, dai tappetini ai pile che usiamo tutto l'inverno. E che dire del famoso materiale tecnico che usiamo per fare jogging e altro genere di sport? Tutto sfornato dalla plastica riciclata.

Una bella storia che è anche un bel business. Lo sa bene la Montello spa, anch'essa «riciclata». «Quando negli anni '95-'96 il settore del tondino di ferro per cemento armato in cui la Montello operava come produttrice entrò in crisi – racconta Roberto Sancinelli, presidente e amministratore delegato della società – c'erano 300 dipendenti a rischio. Così decidemmo di riconvertire e passare al settore del trattamento dei rifiuti: oggi diamo occupazione a 553 addetti e in futuro ci saranno nuovi posti di lavoro».

La Montello ha fatto centro. Come le altre decine di società sparse per il territorio nazionale che si occupano di riciclaggio della plastica. Che oltre ai guadagni fanno bene all'ambiente. L'attività di riciclo degli imballaggi in plastica svolta presso Montello ha consentito infatti di evitare emissioni di CO2 per circa 200.000 tonnellate/anno e un tasso di smaltimento in discarica pari allo zero. Una soddisfazione anche per Giorgio Quagliuolo, Presidente Corepla, il Consorzio nazionale per il riciclaggio e il recupero degli imballaggi, che spiega: «Oggi è possibile realizzare bottiglie in Pet con il 50% di materiale riciclato. Inoltre selezionando imballaggi in polipropilene rigido Corepla è in grado di fornire alle aziende riciclatrici la materia prima per la produzione di polipropilene di riciclo per il quale esiste una forte domanda».

Anche i numeri sono in crescita: nel 2014 sono state riciclate 780 mila

tonnellate di plastica. E questo nonostante in Italia ci sia un grande divario in fatto di differenziata. Veneto e Trentino guidano la classifica dei più virtuosi, seguiti da Piemonte e Lombardia. In coda Basilicata e Sicilia.

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