
La nuova bozza di risoluzione sul Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) rappresenta un passaggio decisivo nella transizione dal vecchio schema del Def alle regole aggiornate di governance economica europea. L'obiettivo, questa volta, è quello di arrivare a un testo condiviso non solo dalla maggioranza ma anche dall'opposizione, in modo da garantire al Paese un percorso unitario verso la manovra di finanza pubblica 2026-2028.
Il testo parte da un presupposto chiaro: "Il governo è tenuto a presentare alle Camere, entro il 27 settembre di ogni anno, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza". Ma, dopo la riforma delle regole europee entrata in vigore con i regolamenti e la direttiva del 29 aprile 2024, la Nadef viene di fatto sostituita dal Dpfp, già testato in primavera e inviato a Bruxelles. Il cuore della risoluzione è l'impegno a far sì che il documento contenga "l'aggiornamento delle previsioni a legislazione vigente riportate nel Documento di finanza pubblica 2025", compresi i dati macroeconomici e di finanza pubblica, il conto economico delle amministrazioni pubbliche articolato per sottosettore, il saldo di cassa del settore statale e l'aggregato di spesa netta.
Non solo aggiornamenti tecnici, ma anche indicazioni politiche. La bozza richiede infatti che il nuovo Dpfp riporti "il quadro programmatico macroeconomico e di finanza pubblica, coerente con il percorso della spesa netta stabilito, sia in termini annuali sia cumulati, dal Consiglio", insieme all'articolazione delle misure della prossima manovra e ai relativi effetti finanziari. A questo si aggiunge l'"aggiornamento dello stato degli impegni di riforma e investimento adottati nel Piano strutturale di bilancio di medio termine". Infine, il testo chiede di aggiornare i provvedimenti collegati alla manovra già indicati nel DFP 2025, di corredare il nuovo documento "di una relazione sugli indicatori di benessere equo e sostenibile" e di presentare entro i termini di legge i documenti previsti dalla normativa vigente.
Per evitare la frattura politica verificatasi in primavera, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha deciso di ampliare significativamente il Dpfp, anticipando di fatto le misure della Legge di Bilancio per il triennio successivo, con i relativi effetti finanziari.
Il confronto al Senato lascia intravedere possibilità di intesa: il Pd valuta positivamente il passo avanti tecnico, ma chiede la presenza del ministro Giorgetti in aula per illustrare l'andamento economico prima della presentazione del Dpfp. Il sottosegretario Freni ha assicurato che il ministro interverrà in Parlamento, come di consueto.