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Draghi spacca il M5S: Crimi dice no ma il 30% non vuole perdere la poltrona

Il Movimento 5 Stelle si sta spaccando su Mario Draghi: i vertici vogliono andare al voto ma il 30% dei grillini vuole stare con Draghi

Draghi spacca il M5S: Crimi dice no ma il 30% non vuole perdere la poltrona

Già da domani, Mario Draghi inizierà il giro di rapide consultazioni con i partiti per capire se e come ci potrà essere una nuova maggioranza attorno alla sua figura. Questo pomeriggio il presidente del Consiglio incaricato si è confrontato con Roberto Fico e con Elisabetta Casellati, rispettivamente in qualità di presidente della Camera e del Senato. Non saranno semplici incontri di routine per Mario Draghi, che deve già fare i conti con i partiti che hanno annunciato la loro intenzione di non unirsi nella sua maggioranza. Il Movimento 5 Stelle è il partito nel quale in queste ore c'è maggior subbiglio. Si intravede una frattura tra i pentastellati, nonostante quest'oggi sia intervenuto Beppe Grillo in prima persona dopo tanto tempo per porre un punto fermo nelle intenzioni del M5S: loro sono fedeli a Giuseppe Conte.

Il MoVimento è il gruppo parlamentare attualmente più rappresentato e alla luce di questa presa di posizione, che non è l'unica, Mario Draghi avrà i voti per la fiducia? Senza il Movimento 5 Stelle, sia al Senato che alla Camera, il voto di fiducia a Mario Draghi non è così scontato. Tuttavia, all'interno del MoVimento si stanno formando diverse correnti. Vito Crimi, quando all'ora di pranzo Mario Draghi è salito al Quirinale, avrebbe fatto sapere di essere assolutamente contrario a un governo tecnico, così come già detti ieri, ma questa linea non sarebbe condivisa tra i grillini. Se fino a questo pomeriggio sembravano solo voci, che non avevano ricevuto nessuna conferma, dopo l'assemblea i tratti sono stati meglio delineati. Il Corriere della sera, infatti, riporta che ci sarebbe circa il 30% dei parlamentari del Movimento 5 Stelle che non approva la chiusura a Mario Draghi. Non una porzione trascurabile.

L'assemblea del MoVimento è durata circa 3 ore e si sono alternate posizioni possibiliste e posizioni instrasigenti. "Durante le consultazioni avevamo annunciato che l’unico governo possibile sarebbe stato un governo politico. Pertanto non voteremo per la nascita di un governo tecnico presieduto da Mario Draghi", ha detto ieri sera Vito Crimi dopo l'annuncio della convocazione di Mario Draghi al Quirinale. Il nodo della questione potrebbe non essere il nome del presidente del Consiglio ma la natura dell'esecutivo. Luigi Di Maio è stato meno assolutista rispetto a Crimi: "Draghi è una scelta di alto profilo. Con Pd e Leu non possiamo rompere perché ne va del nostro futuro. Anche per pensare di costruire insieme a loro i governi locali". In questi minuti il M5S è riunito da remoto insieme a Pd e a Leu ma il MoVimento non esclude di sottoporre la questione alla piattaforma Rousseau nei prossimi giorni. Ma ci sono già grillini che stanno prendendo strade diverse rispette a quelle indicate dai loro leader.

"Chi è Mario Draghi? È quello che nel 2011 scriveva una lettera al governo italiano per dettargli dieci anni di macelleria sociale? Oppure è quello che nel 2020 scriveva al Financial Times per dire che si può creare tutta la liquidità che serve per riequilibrare la crisi senza debiti insostenibili?", ha detto il grillino Pino Cabras durante l'assemblea. Di tutt'altro avviso il depuato Francesco Sapia, che all'Adnkronos si dimostra aperturista: "Non si può mandare il Paese allo sfascio. Il quadro politico è molto chiaro. Purtroppo non c'è una maggioranza sul professor Conte, perciò il Presidente della Repubblica ha indicato la strada di un governo di alto profilo, perché le nuove elezioni cadrebbero in un periodo di fuoco e comunque non domani; perché l'Italia deve fronteggiare la pandemia; perché bisogna garantire a tutti le vaccinazioni; perché c'è una crisi economica tremenda e perché a breve finirà il blocco dei licenziamenti". Luigi Iovino, invece, è in linea con il pensiero dei vertici: "Abbiamo conosciuto i governi tecnici e siamo nati in contrapposizione a questi. Abbiamo sempre sostenuto il primato della politica sulla finanza. Per questo mai potremo votare la fiducia a un governo tecnico. Il MoVimento 5 Stelle deve sostenere un governo politico".

"Le regole della democrazia sono molto chiare. E credo che la via democratica a.lla ricostruzione dell'Italia, in virtù anche del lavoro svolto fino ad oggi, dell'impegno profuso, dei risultati ottenuti, sia quella di un governo politico", ha detto Luigi Di Maio. Gli ha fatto eco Alessandro Di Battista: "Quel che penso è che il governo Draghi lo debbano votare i rappresentanti dell'establishment". Durante l'assemblea del MoVimento, Luigi di Maio ha confermato la sua opinione: "Io credo che il punto non sia attaccare o meno Draghi, Mario Draghi è un economista di fama internazionale che ha legittimamente e correttamente risposto a un appello del Capo dello Stato. Io credo che il punto qui sia un altro e prescinde dalla figura di Mario Draghi. Il punto qui è che la strada da intraprendere a mio avvisto è un'altra. E, come ho detto, è quella di un governo politico".

Sono molto più dure le parole di Alessandro Di Battista, che usa Facebook per il suo appello ai grillini: "Le pressioni saranno fortissime. Vi accuseranno di tutto. Di essere artefici dello spread. Di irresponsabilità. Di blasfemia perché davanti all'Apostolo Draghi non vi siete genuflessi. Voi non cedete. Questa 'manovrà è stata pensata ad hoc per indebolire il Movimento e plasmare il Recovery ad immagine e somiglianza di Confindustria. Non cedete". Il pasionatio del M5S poi continua: "Dovranno farcela con le loro forze, non con il nostro avallo. La linea era chiara ed era sostenuta dalla maggior parte degli italiani: sì Conte presidente del Consiglio e 'no' Renzi al governo. Qualsiasi sostegno (diretto, indiretto o mascherato) ad un governo Draghi diventerebbe un 'nò Conte presidente del Consiglio e Sì a Renzi. Ovvero a colui che ha creato tutto questo.

È inaccettabile".

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