Draghi supera il test balneari. Sprint sulla delega fiscale

Il ddl sulla concorrenza arriva in Aula senza problemi. E il premier va avanti: "Vicini all'accordo sulle tasse"

Draghi supera il test balneari. Sprint sulla delega fiscale

Il governo Draghi supera l'ostacolo balneari e corre sulla delega fiscale.

Dopo la tirata d'orecchie da parte della commissione europea, l'esecutivo stringe il tempo per chiudere i due dossier. Incassata l'intesa sul Ddl Concorrenza, arriva nel giro di un paio d'ore anche l'accordo anche sulla delega fiscale nel corso del vertice di maggioranza convocato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli.

Risultato anticipato dal premier Draghi in conferenza stampa: «Sulla delega fiscale siamo vicini a un accordo, il programma del governo va avanti e va avanti bene».

Il testo sul Ddl Concorrenza, dopo il via libera della commissione Industria del Senato, sarà lunedì in Aula per il via libera. Scongiurata l'ipotesi della fiducia.

Mentre il 20 giugno dovrebbe approdare la delega fiscale.

La svolta arriva con l'accordo raggiunto in maggioranza sull'articolo 2 del Ddl Concorrenza, relativo alla riforma delle concessioni balneari. Il premier rivendica: «Oggi sono molto più sereno dei giorni scorsi dopo aver raggiunto l'accordo sui balneari nel provvedimento sulla concorrenza, l'orizzonte si schiarisce sensibilmente. Ringrazio tutti i partiti».

Il punto di caduta in maggiorana scioglie il nodo degli indennizzi per i concessionari uscenti a carico dei subentranti. In sostanza, il Ddl si limiterà a stabilire che dovranno essere previsti indennizzi, ma la modalità di definizione e quantificazione sarà definita nei decreti legislativi. Non saranno quindi inseriti tra i principi delega né paletti né indicazioni circa la definizione degli indennizzi stessi. Confermata poi, rispetto alle prime riformulazioni discusse da governo e maggioranza, la possibilità per i Comuni di ottenere deroghe tecniche di un anno, fino al termine del 2024, per la chiusura delle gare rispetto al termine del 2023 indicato dal Consiglio di Stato. Un accordo che non piace alle associazioni di categoria: «Siamo di fronte a una roba vomitevole e vergognosa» - attacca Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari. Dal fronte dell'opposizione Giorgia Meloni non fa sconti: «Quello raggiunto dalla maggioranza sulle concessioni Balneari è un accordo ridicolo e vergognoso. Rimandare la questione degli indennizzi addirittura al Governo, con il rischio più che concreto che questi vengano fortemente osteggiati dalla Commissione Europea e non vedano mai la luce». Mentre il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini definisce l'accordo un «significativo passo in avanti». A Meloni replica Gilberto Pichetto Fratin, viceministro alla Sviluppo economico: «Le critiche di all'intesa sui balneari? Ognuno fa la sua parte, non credo potesse dire altro stando all'opposizione». Il fronte Lega-Fi esulta: «Sui balneari sono stati fatti passi in avanti che sbloccano la discussione del disegno di legge Concorrenza. In particolare, per noi era fondamentale che venisse accolto, senza definizioni che ne limitassero la portata, il principio degli indennizzi per le imprese che dovessero perdere la concessione» - commentano i capigruppo al Senato di Forza Italia e Lega, Anna Maria Bernini e Massimiliano Romeo. Ma Salvini avverte: «Se c'è qualcosa da cambiare, vinciamo le elezioni e la cambiamo l'anno prossimo». Dal Pd Enrico Letta provoca: «Dalla Lega cinema assurdo».

Anche il presidente M5s, Giuseppe Conte, parla di una «soluzione equilibrata». Chiuso il capitolo dei balneari si apre il dossier delega fiscale, altra partita calda per il governo. Ma la linea del premier è chiara: si va avanti come un treno. Malpancisti avvisati.

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