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Draghi vola a Parigi e Di Maio a Kiev. L'Ue gioca la carta della diplomazia

Possibile il "Nato Quint". Giovedì Consiglio Ue, mentre il ministro degli Esteri sarà a Mosca

Draghi vola a Parigi e Di Maio a Kiev. L'Ue gioca la carta della diplomazia

In Ucraina, quantomeno per un giorno, i venti di guerra sembrano finalmente soffiare con meno vigore. Almeno stando alle parole del ministro degli Esteri russo Lavrov, possibilista sull'eventualità che la diplomazia riesca alla fine a «risolvere la crisi». Un auspicio raccolto anche dalle Borse europee, che chiudono sì in calo (Milano a -2%), ma recuperando decisamente nel corso della giornata i minimi toccati la mattina in apertura di seduta.

Si punta dunque sulla diplomazia, nella speranza di tenere aperto il negoziato ed evitare uno show down militare che solo venerdì sera - nella videoconferenza convocata da Biden a cui hanno preso parte i capi di governo di Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Canada, Polonia e i vertici di Ue e Nato - sembrava alle porte. Scenario che riprende piede a sera, quando - riferisce la Cnn - il presidente ucraino Zelensky fa sapere di essere stato informato dagli Stati Uniti che l'invasione russa avverrà domani.

D'altra parte, è del tutto evidente che lo scontro tra Mosca e Kiev non è soltanto militare, ma anche di comunicazione e propaganda. Anche Biden si è mosso seguendo questi piani «alternativi». Come pure la Nato, che ha formalizzato in maniera preventiva l'intenzione di mettere in atto quelle che Draghi ha definito «sanzioni dure» nel caso in cui Putin decidesse davvero di passare dalle parole ai fatti.

È in questo quadro di altalenante ottimismo, dunque, che - domani nel tardo pomeriggio - il premier italiano atterrerà a Parigi. Stando all'agenda, per partecipare a una cena di lavoro che ha per oggetto «Consultazioni e prospettive di impegno in Sahel», un'area critica dell'Africa (appena a Sud del deserto del Sahara) su cui la Francia non ha più intenzione di concentrare le sue energie. L'appuntamento dell'Eliseo, però, così come il Consiglio Ue in programma giovedì a Bruxelles, difficilmente non finirà per diventare l'occasione per confrontarsi anche e soprattutto sulla questione ucraina. A Parigi, infatti, oltre a Draghi ci saranno anche il tedesco Scholz e lo spagnolo Sanchez. Tanto che qualcuno ipotizza una riunione nel formato Nato Quint: Stati Uniti più i quattro big europei (Germania, Francia, Italia e Gran Bretagna). Nel caso, ovviamente, Biden e Johnson parteciperebbero in videoconferenza. Allo stesso modo, non è escluso che giovedì a Bruxelles si decida di dedicare una specifica sessione del Consiglio europeo - incentrato sui rapporti tra Ue e Unione africana - all'evoluzione della crisi tra Mosca e Kiev.

E saranno proprio queste città le prossime tappe della missione diplomatica del ministro degli Esteri Di Maio. Atteso domani pomeriggio nella capitale ucraina e giovedì in quella russa (dove incontrerà Lavrov). Appuntamenti che, per dirla con le sue parole, hanno l'obiettivo di «ridurre la tensione ai confini tra Russia e Ucraina» e «trovare una soluzione diplomatica alla crisi in atto». Oggi il titolare della Farnesina incontrerà il suo omologo ucraino Kuleba, al quale ribadirà «il pieno sostegno dell'Italia alla sovranità e all'integrità territoriale del Paese», in «stretto coordinamento con i partner Ue e gli alleati Nato». Insomma, pieno appoggio dell'Italia a «ogni sforzo negoziale», anche «nel quadro degli accordi di Minsk e del formato Normandia», al fine di «preservare la stabilità» e «giungere ad una composizione pacifica e duratura del confronto in corso». E proprio alla Farnesina sembra respirarsi un cauto ottimismo sulla possibilità di una soluzione diplomatica della crisi. Tanto che al momento non si registra un particolare allarme per i circa duemila italiani presenti in Ucraina. Un'escalation militare, spiega Della Vedova, «non è nell'interesse neanche di Putin». E, dice il sottosegretario agli Esteri, «il fatto che il fronte euroatlantico abbia replicato compatto e pronto alle sanzioni è stata la risposta più adeguata». Poi, certo, come spiega Gentiloni, «è difficile fare previsioni».

«Ci auguriamo che la diplomazia ottenga i risultati che cerchiamo, ma - dice il commissario Ue alla Concorrenza - al tempo stesso lavoriamo sulle eventuali sanzioni».

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