Droga e stupri. Questa Milano si merita di più

Non sarà Gotham city come s'inalberano il sindaco Giuseppe Sala e quelli di sinistra, ma non è nemmeno la casetta del Mulino bianco.

Droga e stupri. Questa Milano si merita di più

Non sarà Gotham city come s'inalberano il sindaco Giuseppe Sala e quelli di sinistra, ma non è nemmeno la casetta del Mulino bianco. Milano sta diventando, anzi è già diventata una città pericolosa. E molto pericolosa. Basta mettere in fila i fatti della cronaca nera che ogni giorno finiscono nei mattinali delle forze dell'ordine e poi su giornali e telegiornali. Numeri e non opinioni che raccontano una città nella quale si comincia ad aver paura davvero. Non una casualità, ma il frutto avvelenato dei politici che hanno segnato con lo stigma dell'infamia le richieste di sicurezza di cittadini e amministratori locali, marchiati per questo con la lettera scarlatta del populismo becero. Come se quelle grida d'allarme non fossero solo una richiesta d'aiuto e per accorgersi anche in Comune che le periferie sono ormai diventate dei pericolosi ghetti incubatori di disagio e delinquenza, fosse necessario aspettare la calata delle gang fino in Duomo. Come a Capodanno, quando hanno stuprato le ragazzine scese in pizza a festeggiare e nei mesi successivi sono tornate a folate a spaventare il centro con violenze e razzie. Perché a Milano è ormai un rischio mandare i figli in discoteca visto che corso Como o le zone intorno a Parco Sempione sono teatro di stupri ai danni di giovanissime o il ring preferito per le risse di magrebini e spacciatori. Così come è diventato un azzardo camminare con al polso un orologio: ormai quotidiana la denuncia di chi viene affrontato con il coltello o una pistola in faccia per poi essere rapinato. È toccato qualche giorno fa nella lussuosissima via Marina all'ex amministratore delegato di Telecom Riccardo Ruggiero. Si risponderà, come sempre, che questo è il destino delle grandi città, che in fondo le denunce sono in calo e gli allarmi sono semplicemente dovuti a una percezione dell'insicurezza. Come se i milanesi fossero degli ansiosi patologici e non semplicemente dei cittadini preoccupati per sé e per i figli. Brava gente che chiede a Sala di abbandonare le dispute ideologiche e battere i pugni per pretendere sicurezza in una città che sinceramente merita di più. Maggiore cura in una stazione Centrale diventata suk e piazza di spaccio o sotto i portici del centro che la notte si trasformano in un dormitorio per senzatetto. Troppe sono le zone preda di un degrado urbanistico che diventa immediatamente morale, soprattutto per una gioventù trascinata a delinquere da modelli sbagliati come quelli di trapper o influencer di dubbia moralità. Quelli accolti con le migliori intenzioni dal sindaco a Palazzo Marino, ma ai quali andrebbe spiegato che la vita non è droga, catene d'oro al collo, auto di lusso e donne appariscenti da trattare come oggetti.

È per questo che a Milano servono di certo più forze dell'ordine che mettano le manette ai delinquenti, ma soprattutto più oratori con i preti di una volta, più campi da calcio e palestre, gente che insegni loro ad andare a cinema e teatri a pochi euro, a suonare uno strumento o a programmare un computer. Togliendoli dalle (brutte) strade.

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