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Droni bomba sulla casa. Il premier iracheno si salva per miracolo

Solo un ordigno su tre a segno: 6 guardie ferite. Sospetti sull'Iran: mandanti stranieri

Droni bomba sulla casa. Il premier iracheno si salva per miracolo

Droni carichi di esplosivo contro la residenza del primo ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi. L'attacco è stato sferrato poco prima dell'alba, nella superprotetta Green zone di Baghdad, sede dei palazzi del governo e di tutte le ambasciate. Due velivoli sono stati intercettati, il terzo ha centrato l'obiettivo. Il premier ne è uscito illeso, sei guardie del corpo sono state ferite. L'assalto arriva dopo i violenti disordini sui recenti risultati elettorali. Centinaia di manifestanti filo-iraniani hanno inscenato un sit-in all'ingresso proprio della Green zone contro il risultato delle elezioni del 10 ottobre. Al-Kadhimi dopo l'aggressione è subito intervenuto: «Sto bene, lode a Dio, e chiedo calma e moderazione da parte di tutti per il bene dell'Iraq», ha scritto su Twitter, mentre aumenta la tensione nel Paese. I gruppi armati hanno negato la responsabilità e nessuno ha rivendicato l'atto.

I droni sono stati lanciati da un sito vicino al Ponte della Repubblica sul fiume Tigri che arriva a Tahrir Square, teatro delle manifestazioni popolari degli anni scorsi. Le immagini pubblicate dai media iracheni mostrano danni a alla residenza del premier. Le esplosioni hanno fatto saltare le porte dai cardini e scheggiato una scala di cemento all'esterno dell'edificio. Droni dotati di esplosivo sono già stati utilizzati dallo Stato Islamico quando ha occupato parti dell'Iraq settentrionale, durante la battaglia per Mosul nel 2017. Anche i gruppi paramilitari sostenuti dall'Iran hanno utilizzato questi velivoli in una serie di attacchi contro le forze statunitensi in Iraq e Siria negli ultimi mesi. Ciò ha spinto gli Stati Uniti a rafforzare le misure di protezione sulle sue basi.

Washington ha subito condannato l'attacco. «Questo atto di terrorismo è stato diretto al cuore dello Stato iracheno», ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price. Il tentativo di assassinare Mustafa al-Kadhimi rappresenta una nuova insurrezione, le cui tracce dovrebbero essere cercate «nei think tank di alcuni Paesi stranieri», ha twittato invece il capo del Consiglio supremo di sicurezza nazionale iraniano Ali Shamkhani. «Questi Paesi non hanno portato nulla in Iraq se non insicurezza e discordia», ha poi aggiunto.

L'attacco è arrivato dopo una forte escalation delle tensioni. Un manifestante è stato ucciso durante una protesta venerdì fuori dalla Green zone di Baghdad. I dimostranti hanno lanciato pietre e denunciato brogli. Si sono scontrati con le forze di sicurezza, che hanno sparato gas lacrimogeni. Qais Khazali, il leader di una delle più grandi milizie filo-iraniane, Asaib Ahl al-Haq, ha accusato al-Kadhimi di aver autorizzato l'uso di munizioni vere. Il premier ha ordinato allora un'indagine sulle violenze.

Nelle elezioni del mese scorso gli elettori però hanno inflitto una battuta d'arresto a sorpresa a Teheran, tagliando di oltre 30 il numero di seggi detenuti dai partiti pro-Iran. Il blocco guidato dal religioso sciita Moqtada al-Sadr ha conquistato invece la quota maggiore di seggi in parlamento, ed è diventato il principale intermediario nei colloqui per la formazione del governo. Al-Sadr ha incentrato la sua campagna sull'opposizione sia all'influenza statunitense che a quella iraniana. Al-Sadr ha quindi definito l'attacco un'azione terroristica che mirava a «riportare l'Iraq a uno stato di caos controllato da forze non statali».

L'attentato potrebbe essere il primo atto di una escalation con ripercussioni in tutta la regione.

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