Mondo

Dubai, l'appello di Latifa su un'indagine "Mia sorella Shamsa sparita 20 anni fa"

Rapita dagli uomini del padre: "Ridotta come uno zombie"

Dubai, l'appello di Latifa su un'indagine "Mia sorella Shamsa sparita 20 anni fa"

Beirut. Un appello disperato alla polizia britannica per indagare nuovamente sul rapimento da parte di uomini del padre - il potente emiro di Dubai Mohammed Rashid al-Maktoum - di sua sorella maggiore Shamsa in una strada di Cambridge più di 20 anni fa. É l'invito della principessa Latifa in una lettera - ora resa nota dai suoi amici - scritta dopo essere fatta prigioniera dal ricchissimo sovrano in seguito a un tentativo di fuga nel 2018. Nel 2000 Shamsa infatti è scappata a bordo di una Range Rover dalla tenuta con maneggio di suo padre a Longcross nel Surrey inglese dove trascorreva le vacanze. Circa due mesi dopo ad agosto però viene rintracciata a Cambridge per strada, trascinata via con la forza da uomini del padre, trasportata in elicottero in Francia e poi con un jet privato a Dubai. Da allora, quando aveva solo 18 anni, a ora, che ne ha 39, non è più stata vista in pubblico.

La lettera di Latifa è stata scritta a mano nel 2019 mentre era detenuta in isolamento in una «villa prigione» per ordine del padre come lei denuncia in alcuni video resi pubblici i giorni scorsi. «Tutto ciò che vi domando è di dare attenzione a questo caso poiché il vostro aiuto potrebbe restituire la libertà a Shamsa. Shamsa ama davvero l'Inghilterra, tutti i suoi ricordi più belli sono del tempo trascorso lì», si legge nel testo. Latifa ha datato la lettera a febbraio 2018, prima del suo tentativo di fuga, per evitare di rivelare che aveva un modo di comunicare con il mondo esterno dalla sua prigionia. Parla anche del destino di sua sorella dopo il ritorno a Dubai. «È stata tenuta in isolamento senza una data di rilascio, processo o accusa. È stata torturata. Le sono stati anche bastonati i piedi».

L'unica dichiarazione dello sceicco sul caso è stata all'Alta Corte inglese. L'emiro parlava di «sollievo» per aver trovato sua figlia Shamsa che descriveva come «vulnerabile». Ma la principessa Shamsa è un personaggio sui generis. É cresciuta in parte nel Regno Unito dove ha ricevuto un'istruzione occidentale. «Shamsa non era quella che chiamereste una principessa - rivela suo cugino Marcus Essabri - Era sfacciata, piena di vita e voglia di avventura».

Shamsa ha scritto a Essabri da Londra nel settembre 1999, nove mesi prima della sua fuga. Raccontava che suo padre non le permetteva di proseguire gli studi e di andare all'università, motivo anche questo della sua decisione di scappare. Latifa invece ha rivelato di aver visto Shamsa quando è stata rilasciata nel 2008. «Doveva essere portata in giro per mano. Era stata imbottita di pillole, sembrava una zombi». «Latifa mi ha avvertito: non la riconoscerai.

È viva, ma Shamsa non è più Shamsa» ha precisato invece Essabri.

Commenti