Due droni contro il Cremlino. "Volevano uccidere Putin". Ma l'Ucraina: non sono nostri

Mosca dormiva profondamente, erano le 2.37 di mattina, quando il cielo sopra al Cremlino si è illuminato

Due droni contro il Cremlino. "Volevano uccidere Putin". Ma l'Ucraina: non sono nostri

Mosca dormiva profondamente, erano le 2.37 di mattina, quando il cielo sopra al Cremlino si è illuminato. Testimoni oculari riferiscono che la palla di fuoco, causata dall'esplosione di due droni kamikaze, era ben visibile addirittura dai quartieri periferici Troickij e Novomoskovskij. Che cosa sia accaduto realmente forse non lo sapremo mai, anche se i russi sembrano avere le idee molto chiare e accusano l'Ucraina. Kiev però smentisce, ma da Mosca insistono e rilanciano, rivelando che un terzo drone sarebbe stato identificato e distrutto mezz'ora prima dell'impatto, all'altezza di Kolomna, a 113 chilometri di distanza dalla capitale.

In una giornata così convulsa è stato difficile individuare il confine tra cronaca e narrazione, anche perché il filmato del blitz aereo che sta circolando in rete dura in tutto 7 secondi. Troppo pochi per una ricostruzione oggettiva dell'accaduto. Nelle ultime ore alcune televisioni ucraine, come Channel 5, hanno addirittura riferito che sulla cupola del Cremlino colpita dagli ordigni si trovassero due persone. Visibili ingrandendo i fotogrammi del breve filmato (persino con due torce in mano), o magari affidandosi alla fantasia. In tutta questa vicenda un solo dato è certo: Putin è vivo e non si trovava nella residenza presidenziale, dove per altro soggiorna raramente dall'inizio dell'Operazione Speciale, bensì a Novo Ogarevo, nella regione del Nizhny Novgorod, ospite del governatore Gleb Nikitin.

A proposito dell'attacco, vero o presunto, alla cittadella del potere, Mosca lo considera come «un atto terroristico pianificato e un attentato alla vita del presidente della Federazione Russa» e si riserva il diritto di adottare «misure di ritorsione dove e quando lo riterrà opportuno». Il sindaco, Serghey Sobyanin, ha disposto il divieto di sorvolo di droni sulla capitale dopo l'abbattimento dei due droni, divieto esteso a San Pietroburgo, così come in serata a Serpukhov e Volgograd. La regione di Bryansk, al confine con l'Ucraina, ha scelto invece di annullare per motivi di sicurezza la parata del 9 maggio, che si svolgerà regolarmente sulla Piazza Rossa.

«L'Ucraina non ha nulla a che fare con gli attacchi. Noi conduciamo una guerra difensiva», afferma il consigliere di Zelensky, Podolyak, in un messaggio ai giornalisti. Il ministro della Difesa Reznikov, si spinge oltre, azzardando che «i droni possono solo indicare attività di guerriglia delle forze di resistenza locali contro Putin». Che ci sia lo zampino di Kiev è invece convinto Yevgeny Prigozhin. Il capo della Wagner ritiene l'esercito nemico capace di attivarsi oltre i propri confini. «Lo vediamo nelle nostre regioni, nei deragliamenti di treni, nei sabotaggi alle infrastrutture e, appunto, negli attacchi con droni», ha spiegato riferendosi a una serie di raid avvenuti dalla fine di aprile.

Gli Stati Uniti non hanno avuto alcun avvertimento sul presunto attacco. «Qualunque cosa sia accaduta, non c'è stato preavviso», ha spiegato un funzionario della Casa Bianca alla Cnn, aggiungendo che le autorità stanno ancora cercando di ricostruire le reali dinamiche. Il segretario di Stato Blinken ha dichiarato durante un evento del Washington Post che gli Stati Uniti non possono confermare le notizie di un attacco. L'entourage di Biden tenta quindi di tirarsi fuori dalla mischia, ma un deputato della Crimea, Mikhail Sheremet, vorrebbe inchiodare gli Usa alle proprie responsabilità: «Sono loro i fomentatori e i terroristi. Dobbiamo distruggerli, rapidamente e senza pietà.

È ora di lanciare un attacco missilistico contro la residenza di Zelensky». Gli fa eco su Telegram il vicepresidente del consiglio di sicurezza russa Medvedev. A suo dire non ci sono altre opzioni «se non l'eliminazione fisica» del presidente ucraino.

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