Quando lo hanno saputo, molte famiglie non volevano crederci: rumeno obbligatorio a scuola. Siamo a Ladispoli, sul litorale laziale, scuole elementari. Pensavano di aver capito male. Eppure il preside è stato decisamente chiaro: «a chi non va bene può scegliere un'altra scuola». Punto e a capo. E così la lingua rumena diventa materia obbligatoria in due scuole elementari negli istituti comprensivi Corrado Melone e Ladispoli 1, frequentati da 1230 bambini tra i 3 e i 10 anni, dove il 20per cento della popolazione proviene dall'Est Europa. Tutti seguono il corso «Lingua, cultura e civiltà romena» per un'ora a settimana. Ed è anche prevista un'altra ora facoltativa, in orario extrascolastico.
Il progetto è finanziato dal governo della Romania e l'obiettivo è una maggiore integrazione e comprensione reciproca tra gli italiani e i migranti di origine rumena. Tuttavia molti genitori non apprezzano l'iniziativa: «Sarebbe meglio studiare bene l'inglese - dicono alcuni genitori- e non togliere spazio a materie più importanti. Sono gli immigrati che devono imparare la nostra lingua, non viceversa».
Il dirigente scolastico, Riccardo Agresti, replica: «Il corso non leva nulla alle altre discipline, anzi è un'opportunità e un arricchimento. E favorisce l'integrazione. Era tutto scritto nel programma della scuola. I genitori avrebbero dovuto leggerlo prima di iscrivere i figli». E aggiunge: «Ho avuto contatti con l'ambasciata polacca, lo faremo anche per il polacco».
Contro il corso di rumeno obbligatorio insorge la Lega Nord: «Ormai siamo alla follia.
Invece di insegnare agli immigrati nelle nostre scuole la storia, la cultura e le leggi del nostro paese si costringono i nostri bambini a imparare lingue e culture di chi arriva da noi» dichiara capogruppo della Lega Nord alla Camera, Massimiliano Fedriga.
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