Due bimbe, nate a poche settimane di distanza una dall'altra, sono morte entrambe di pertosse all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, tra giugno e luglio. Stando alle prime informazioni, le rispettive mamme non sarebbero state vaccinate contro la malattia infettiva, né avrebbero fatto di recente una profilassi protettiva. La madre di una delle due neonate, però, ha fatto sapere in serata di essere stata vaccinata da piccola, come da prassi, ma che successivamente nessuno l'aveva avvertita della necessità di un richiamo. L'ipotesi dei due genitori, quindi, è che la loro bambina abbia contratto la malattia in ospedale o altrimenti sarebbero stati loro ad attaccargliela.
La pertosse viene trasmessa dal batterio Bordetella pertussis, che per i neonati è molto pericolosa nel primo anno di vita ed è una delle cause più frequenti di decesso. Proprio com'è avvenuto per le due sfortunate neonate. E pensare che entrambe le mamme una giovane della Bassa Bergamasca e l'altra di origine romena, residente nel Cremasco hanno avuto una gravidanza senza grossi problemi. Anche i parti non hanno creato complicazioni. Solo dopo pochi giorni dalla nascita le lattanti hanno accusato respirazione affannosa, tosse persistente e molto catarro. Gli esami hanno diagnosticato la pertosse e a nulla sono valse le cure in Terapia intensiva neonatale a Bergamo. Giovanna Mangili, direttrice del reparto, spiega che, nonostante i decessi siano sporadici, sono in aumento i casi di pertosse in età pediatrica. Per tutelare i neonati il medico sollecita «la necessità di un protocollo ministeriale che inserisca il vaccino della pertosse nel quadro delle raccomandazioni previste per le donne in gravidanza». «In effetti manca la comunicazione ammette Mauro Stronati, presidente della Società italiana di neonatologia -. Molte mamme non sono informate sull'importanza del vaccino in gravidanza. Medici di famiglia e ginecologi devono sensibilizzare la donna che vuole un bambino su quello che è più utile fare. E con le vaccinazioni non si può scherzare. In quarant'anni di attività ho perso un paio di neonati a causa della pertosse, ma gli altri che guariscono vivono un trauma ospedaliero notevole, con intubazioni e profilassi pesante. Un bimbo appena nato è molto vulnerabile, dobbiamo proteggerlo».
E il modo è semplice, come spiega il virologo Roberto Burioni. «Se le due mamme si fossero vaccinate in gravidanza avrebbero trasmesso attraverso la placenta gli anticorpi ai loro bambini - ha commentato a caldo l'immunologo - Quando si è gravide va fatto il vaccino anche se si è state già contagiate o si è già state vaccinate in passato. L'immunità tende a svanire nel tempo e bisogna fare i richiami, ed è opportuno anche che chi vive a stretto contatto si sottoponga a un richiamo del vaccino, in modo da rendere impossibile che il batterio della pertosse, dopo averli infettati, arrivi nella gola del neonato». Burioni ha detto di aver fatto lo stesso: «Quando è nata mia figlia per difenderla ho fatto anch'io il richiamo».
Naturalmente questa zona di sicurezza è vanificata se il bimbo frequenta un asilo nido dove gli altri bimbi non sono vaccinati. «Per questo è molto importante che tutti vengano vaccinati sottolinea Burioni -. È una questione di sicurezza sociale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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