Coronavirus

E adesso esplode la rabbia delle famiglie: "Chiusi in casa, ragazzi a rischio depressione"

La protesta: "Vaccini, trasporti e tamponi non vanno, la scuola funziona"

E adesso esplode la rabbia delle famiglie: "Chiusi in casa, ragazzi a rischio depressione"

Monta la rabbia delle famiglie per la chiusura delle scuole. L'annuncio dello stop alle lezioni in presenza, anche per i più piccoli, esplode nelle famiglie che arrancano da mesi tra mille difficoltà e le rassicurazioni del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, non bastano.

Si scende in piazza a Milano dove già da oggi con l'arancione rafforzato si passa alla didattica a distanza a partire dalla materna. «La scuola non ha colpe, siete voi irresponsabili» lo slogan della protesta delle famiglie deluse ancora una volta dalle istituzioni che non hanno saputo difendere il mondo della scuola.

Oltre un anno dopo l'inizio della pandemia non è diventato operativo il sistema di tamponamento e tracciamento dei positivi. Non esiste un monitoraggio accurato e sistematico dei contagi correlati alla riapertura delle scuole. E soprattutto la campagna vaccinale per il personale scolastico procede troppo a rilento in moltissime regioni con mille intoppi burocratici.

La protesta a Milano è partita sui social e le famiglie che fanno capo al gruppo «Priorità» alla scuola si sono date appuntamento oggi alle 17.30 sotto gli uffici dell' Ats Città metropolitana per chiedere con decisione «tutte le misure necessarie per tenere aperte le scuole in sicurezza».

Sotto accusa qui ma anche nel resto d'Italia la mancata gestione dell'emergenza, le scelte sbagliate come la spesa per i banchi e il mancato potenziamento del trasporto pubblico. «Zero i tamponi rapidi antigenici fatti nei plessi scolastici lombardi per il tracciamento preventivo, contro i 1.525 test a campione fatti ogni settimana dalla Regione Toscana», attaccano le famiglie.

Ma la protesta dilaga in tutti i territori. A Bologna un gruppo di madri ricorda che «la salute non è solo protezione dal contagio» e che tra i giovanissimi «ci sono depressioni in aumento, anche i suicidi sono aumentati e continueranno ad aumentare: ci sono problemi a lungo termine».

Il ministro Bianchi ribadisce l'impegno per tornare in presenza. «In questi lunghi mesi le nostre scuole, i nostri insegnanti, le nostre studentesse e i nostri studenti hanno lavorato moltissimo. - insiste Bianchi - Faremo tesoro insieme dell'esperienza maturata durante il periodo della didattica a distanza, in particolare con riferimento ad un uso consapevole delle nuove tecnologie. Con il chiaro obiettivo del ritorno in presenza».

E in presenza dovrebbero svolgersi gli esami conclusivi sia per le medie sia per le superiori. Sempre se la situazione epidemica lo permetterà. Ieri sono state pubblicate le ordinanze in merito alle prove finali.

Sia per il primo sia per il secondo ciclo l'esame consisterà in una prova orale, in presenza come lo scorso anno, che partirà dalla discussione di un elaborato il cui argomento sarà assegnato alle studentesse e agli studenti dal consiglio di classe. Tra le materie indicate Lingua e cultura latina e Lingua e cultura greca per il Liceo classico, Matematica e Fisica per il Liceo scientifico.

Nei prossimi giorni verrà definito il protocollo per svolgere gli esami in sicurezza.

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