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E la Cia accusa il principe saudita: "Autorizzò l'uccisione di Khashoggi"

I servizi segreti Usa: Mohammed Bin Salman considerava il giornalista una minaccia. E diede il via all'uso della violenza

E la Cia accusa il principe saudita: "Autorizzò l'uccisione di Khashoggi"

New York. Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha «autorizzato» un'operazione per «catturare o uccidere» il giornalista dissidente del Washington Post Jamal Khashoggi. È ciò che stabilisce l'atteso rapporto dell'intelligence Usa declassificato e diffuso ieri dall'amministrazione di Joe Biden. Nel dossier, prodotto dalla direzione della National Intelligence, si afferma che bin Salman vedeva Khashoggi come una minaccia al regno, e sostenne ampiamente l'uso della violenza se necessario per metterlo a tacere.
L'intelligence, si legge nel documento di due pagine, ha basato le sue conclusioni sul controllo assoluto che il principe ereditario, noto come Mbs, aveva sui processi decisionali di Riad, sul suo «sostegno all'uso di misure violente per mettere a tacere i dissidenti all'estero, incluso Khashoggi» e la partecipazione alle operazioni dei suoi alti assistenti e funzionari della sicurezza. Gli 007 americani infatti elencano anche 21 persone che ritengono con «elevata fiducia» complici o responsabili per la morte e lo smembramento del giornalista dissidente - avvenuta nel consolato saudita a Istanbul nel 2018 - per conto di bin Salman. Washington sta adottando «misure per rafforzare la condanna mondiale di quel crimine e per respingere i governi che vanno oltre i loro confini minacciando e attaccando giornalisti e persone percepite come dissidenti per l'esercizio delle loro libertà fondamentali», spiega il segretario di Stato Anthony Blinken. Quindi, il titolare di Foggy Bottom annuncia il nuovo «Khashoggi ban»: gli Usa vieteranno l'ingresso di stranieri che siano impegnati «in attività extraterritoriali gravi contro i dissidenti», ad esempio le molestie ai giornalisti. Come prima azione vengono imposte restrizioni sui visti a 76 sauditi impegnati nella minaccia di dissidenti all'estero, incluso il caso Khashoggi.
Mentre il governo dell'Arabia Saudita ha respinto «categoricamente» il rapporto pubblicato dai servizi segreti americani, ieri sera il segretario al Tesoro americano Janet Yellen ha annunciato l'adozione di sanzioni contro l'ex vice capo dell'intelligence saudita Ahmad Hassan Mohammed al Asiri e contro la Forza di intervento rapida in relazione all'omicidio di Khashoggi. «Coloro che sono stati coinvolti in quella orrenda uccisione devono essere chiamati a rispondere. Con questa azione, il Tesoro sanziona la Forza di intervento rapido e l'alto funzionario saudita direttamente coinvolto nell'omicidio del giornalista. «Gli Stati Uniti - ha aggiunto - sono uniti ai giornalisti e i dissidenti politici nel contrastare le minacce di violenze ed intimidazioni. Continueremo a difendere la libertà di espressione, fondamento di una società libera».
Come parte della sua promessa di «ricalibrare» le relazioni con Riad una volta arrivato nello Studio Ovale, Biden ha aperto nuovamente all'accordo sul nucleare iraniano e posto fine al sostegno ai sauditi nella guerra in Yemen, ma non si è ancora mosso per interrompere gli aiuti militari. La diffusione del rapporto degli 007 inizialmente era attesa per giovedì, ma la Casa Bianca ha spiegato che il presidente voleva prima aspettare di parlare con l'85enne re saudita Salman, colui che considera la sua «controparte».


Nella prima conversazione tra i due si è discusso delle relazioni bilaterali, della sicurezza regionale, degli sforzi per concludere la guerra in Yemen e dell'impegno americano a difendere Riad dagli attacchi di gruppi filo iraniani.

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