Roma Qualche tempo fa aveva raccomandato al capo politico Di Maio, per quando sarebbe arrivato a Palazzo Chigi, di «non dimenticare il rancore». Ieri il papà di Alessandro Di Battista, Vittorio, fascista dichiarato e orgoglioso, ha forse pensato di concedere, assieme ai consigli per il nuovo governo giallo-verde, anche un'interpretazione autentica su che cosa volesse intendere col «rancore». Così il finale delle sue raccomandazioni è piuttosto inquietante, comprendendo la speranza che il Cav risolva il conflitto d'interessi di «sua non spontanea volontà». Con la morte, sembra di capire. «Augurio» dal quale naturalmente il destinatario saprà difendersi con una risata e debiti scongiuri (poi si sa, gli auspici luttuosi portano bene). Ma per Di Battista senior si tratta di una nuova caduta di gusto, pur non essendo nuovo a queste performance che mettono in imbarazzo i grillini (ma forse il figlio meno, considerato che ebbe a parlare di Berlusconi come «il male assoluto»: tale padre, tale figlio, è il caso di dire). Il post pubblicato sulla sua pagina di Facebook era intitolato significativamente: «Ottimismo?». «Sono un ottimista per natura e per questo aspetto i termini del contratto», spiega. E poi comincia con una sua lista di urgenze: «Credo, comunque, che oggi, la priorità sia quella di AIUTARE chi non può più andare avanti. Quindi interventi economici significativi e risolutivi.
Abolizione dei vitalizi, istituzione del reddito di cittadinanza... Il conflitto di interessi che considero una peste bubbonica, può aspettare qualche mese, magari il problema lo risolve il nano ladro di tasse, di sua NON spontanea volontà».
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