Prima il parto «guidato» ai vertici della Fondazione. L'autonomina, come ironizzano i giornali, del direttore Paolo Verri. Ma anche i passi successivi sembrano escludere un coinvolgimento della città o di energie internazionali nel piano immaginato. Verri, che proviene dalla Fondazione Fitzcarraldo, ben posizionata nella Torino fassiniana, sembra pescare tutte le carte sempre dallo stesso mazzo: il suo. È cosi quando si tratta, nei giorni scorsi, di selezionare il manager culturale che dovrebbe guidare il grande evento. Alla gara partecipano in 170 ma curiosamente vince la dottoressa Ariane Bieou che, guarda caso, ha avuto nel passato rapporti proprio con l'onnipresente Fondazione Fitzcarraldo. D'altra parte la Fitzcarraldo ritorna in due dei tre curricula dei componenti della giuria: non solo il presidente Verri ma anche Franco Bianchini, fondatore del pensatoio sabaudo. Coincidenze. Però ripetute.
A oggi la graduatoria non è stata ancora pubblicata e i 170 partecipanti hanno ricevuto solo una mail di ringraziamento. Un po' poco per chi predicava la trasformazione di Matera in una casa di vetro con vista sull'Europa. «Tutto poco open», titola a tutta pagina il quotidiano la Nuova che va giù pesante pure nel catenaccio: «A Matera le nomine sono subito indigeste; Verri sceglie una manager a sua immagine e somiglianza».
Ancora più sorprendente è la chiamata del direttore amministrativo: sulla poltrona viene piazzato tal Giuseppe Romaniello che, altra combinazione, è il gemello di un altro Romaniello, Domenico, sistemato dal presidente della regione Marcello Pittella all'agenzia dell'agricoltura. Giuseppe Romaniello avrà i suoi meriti, ma i suoi detrattori fanno notare che aveva perso la guida dell'ente provinciale sulla formazione, accorpato con quello di Potenza e dunque di fatto eliminato. Siamo, saremmo al solito mercato delle sinecure, anche se riverniciato con vocaboli anglosassoni e dipinto con i colori sgargianti dell'Europa.
Non basta, perché l'ubiquo Verri, che per contratto riceve 98.023 euro l'anno, più 19.604 aggiuntivi per 4 giorni lavorativi, seduce il governatore della vicina Puglia Michele Emiliano che lo chiama a Bari come commissario di Puglia promozione, con una retribuzione di 106mila euro. Fantastico, almeno per lui, ma la domanda che tutti si fanno è se non ci sia un conflitto di interessi. Verri deve calamitare risorse e turisti verso la Puglia e nello stesso tempo deve spingerli verso Matera. Un esercizio da equilibristi su un filo sottilissimo. Un piede va verso Bari, l'altro in direzione opposta.
Sul cielo della Basilicata si addensano, fra allarmi ripetuti e interrogazioni parlamentari a raffica - da Maurizio Gasparri a Fabio Rampelli - nuvoloni scuri. «È auspicabile - ha tuonato alla recente inaugurazione dell'anno giudiziario la presidente della Corte d'Appello Rosa Patrizia Sinisi - la creazione di un pool specifico per il controllo delle iniziative legate a Matera capitale europea della cultura 2019, un tema su cui è necessario tenere alta la guardia».
Un monito che qualcuno legge come un presagio di tempesta.
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