E la Francia punta su foto aeree e algoritmi per scovare piscine e verande non dichiarate

La nuova arma contro l'evasione: Parigi vuole recuperare 40 milioni di euro

E la Francia punta su foto aeree e algoritmi per scovare piscine e verande non dichiarate

Un anno fa, il fisco francese ha scommesso su un nuovo strumento per scovare le piscine non dichiarate; niente di hollywoodiano e nella maggior parte dei casi poco più che buche di 5 o 10 metri in media, scavate nelle proprietà dai medesimi proprietari. L'idea era semplice quanto rivoluzionaria. Si trattava di comparare le aree che figuravano sul catasto (secondo le dichiarazioni) e la realtà che appariva invece con una semplice fotografia dall'alto. Grazie alle immagini aeree, il confronto ha permesso di «schedare» oltre 20 mila «piscine» abusive. E inevitabilmente è scattata la richiesta di chiarimenti: e di euro da versare alle casse dello Stato.

Doveva essere solo un esperimento per scopi ben più delicati. Ma il divario tra quanto scritto su carta e la realtà ha spinto subito il fisco a prendere atto delle discrepanze; a chiedere conto ai proprietari colti in flagrante e persino a trasformare ciò che era partito come test in 9 dipartimenti in una pratica a tappeto. È stato infatti appena annunciato un «salto di qualità», con controlli in tutta la Francia col medesimo strumento: un algoritmo basato su un software sviluppato da Google e dalla società francese Capgemini, quotata in Borsa; sicché tra quest'autunno e l'inizio dell'estate 2023 il «grande fratello» del fisco francese sarà a 360°.

Secondo il sito Statista ce n'erano già più di 3,2 milioni, in Francia, nel 2020. Piscine private; non olimpioniche o degli hotel. Poi una crescita col Covid. E tra chi è stato pizzicato dall'intelligenza artificiale, e contattato per chiarire i motivi per cui quasi il 6% delle piscine in media non fosse dichiarato, c'è chi ha «legato» il boom proprio al coronavirus, trincerandosi dietro lo smart working esteso durante la pandemia. Chi «telelavorava» da casa, dalla campagna o persino dalla seconda casa fuori Parigi, avrebbe ritenuto legittimo attrezzarsi un giardino più confortevole. Tanto che la proporzione di omissioni più o meno volontarie è risultata più alta nei dipartimenti dell'Ardèche e del Morbihan rispetto, per esempio, alla ricca Costa Azzurra: 1 piscina abusiva su 8 in Ardèche, «solo» 1 su 40 nelle Alpi Marittime.

Inevitabile la polemica politica. Per Thomas Ménagé, deputato lepenista del Rassemblement National, le piscine private sono da considerarsi destinate ai «francesi che non vanno in vacanza per mancanza di mezzi», e non come qualcosa di «elitario». Mentre il leader ecologista Julien Bayou, favorevole al «grande fratello» del fisco, è arrivato a proporne il divieto come «ultima risorsa» per «garantire il vitale fabbisogno idrico».

Fuor di palazzo, lo Stato punta a 40 milioni di euro di entrate aggiuntive per l'anno prossimo. Abbastanza per coprire l'investimento di 24 milioni per il "grande fratello". E questo solo per le piscine. Lo stesso strumento sarà poi usato per stanare verande e altri edifici non dichiarati.

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