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E i renziani alzano la tensione: "Il Pd sta con noi o con Conte?"

Rosato sulla corsa del segretario dem a Siena: "Il Pd sostenga Iv a Roma Primavalle". L'ombra grillina

E i renziani alzano la tensione: "Il Pd sta con noi o con Conte?"

Enrico Letta ha promesso di dimettersi nel caso in cui non venga eletto nel collegio alla Camera di Siena e Arezzo. Lo ha fatto in un'intervista a Repubblica, e adesso i pontieri sono al lavoro per trovare un accordo con Italia viva, che però non appare facile. Le posizioni dei due partiti sono lontane sulla giustizia, sul ddl Zan e, quel che più conta per le candidature, sul rapporto con Conte.

A prendere la parola sulla candidatura d Letta è il presidente di Iv, Ettore Rosato: «Noi siamo pronti a discuterne, ma nel collegio di Arezzo Siena noi abbiamo una candidata donna, come richiede il Pd». La vera richiesta è un accordo più generale sulle candidature: «Possiamo sostenere Letta se il Pd è disponibile a sostenere un nome di Iv a Roma Primavalle» dice Rosato. Una sorta di o di qua o di là, perché le intenzioni del Pd sembrerebbero di sostenere un esponente di M5S.

Medesimo discorso sulla Calabria, dove Iv ha ritirato il candidato ma ciò non significa che intenda agevolare la candidata della sinistra, la neuroscienziata Amalia Bruni. Il motivo starebbe nel corteggiamento dem a una lista De Magistris alleata della Bruni. Così, dice Rosato, in Calabria «aspettiamo di capire tra le forze in campo come si modifica lo scenario e chi è interessato al nostro contributo».

Anche sulla giustizia posizioni distanti. Il presidente dei senatori, Davide Faraone, in un tweet apparentemente sembra apprezzare l'apertura di Letta sulla giustizia (sempre nella medesima intervista), ma in cauda venenum nel finale il timore è che le aperture vadano in direzione grillina. «Spero che anche lui intenda in direzione contraria da quella auspicata da Conte. C'è ancora qualche piccolo residuo giustizialista da limare» osserva Faraone.

C'è poi il ddl Zan sul quale l'apertura di Letta resta limitata agli ordini del giorno anche se non esclude qualche altra modifica. Italia viva però punta sull'approvazione del ddl Scalfarotto e non crede alla reale volontà del segretario del Pd di trovare un accordo. O almeno così dichiara Rosato, secondo il quale sarebbe «più facile perdere scaricando la colpa sugli altri che vincere assumendosene le responsabilità». L'accordo sul ddl Scalfarotto, il progetto originario poi modificato, secondo Rosato troverebbe la disponibilità di Lega e Forza Italia. Addirittura il medesimo Alessandro Zan secondo Rosato sarebbe disponibile alla mediazione: «Ho fatto con Zan la legge sulle unioni civili ed è una persona disponibile a trattare».

Sul punto resta la provocazione di Matteo Renzi: «Oggi il vero partito no-Zan è il Pd».

Il segretario di Iv ripropone la proposta presentata in Senato, cioè un'intesa che coinvolga i due rami del Parlamento: i capigruppo di maggioranza a Palazzo Madama coinvolgano quelli della Camera per stabilire assieme «un cronoprogramma stringente» anche sulla terza e ultima lettura.

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