
La polizia inglese ha effettuato cinque arresti, sabato, dopo che un gruppo di uomini mascherati ha tentato di far irruzione in un hotel per migranti, nella zona ovest di Londra, vicino all'aeroporto di Heathrow. I fermi sono avvenuti verso mezzogiorno, durante una marcia di protesta a cui hanno partecipato due gruppi anti-immigrazione di circa 500 persone. Nel corso della protesta i manifestanti si sono diretti verso il Novotel, dove già si trovava la polizia, mentre altri hanno preso di mira il vicino Holiday Inn. Gli agenti hanno impedito le irruzioni negli alberghi, anche se un paio di loro sono rimasti feriti nelle colluttazioni.
Questa è soltanto l'ultima delle notizie relative alla forte ondata di protesta anti-migratoria che ormai da settimane ha coinvolto il Regno Unito, mettendo in seria difficoltà il governo laburista che non riesce a trovare una quadra per risolvere il problema dei clandestini nel Paese. Non solo, non è in grado di frenarne gli arrivi, ma soprattutto non riesce a gestirne l'accoglienza.
Il più grande centro per richiedenti asilo ( ne può contenere più di 900) si trova proprio nei pressi dell'aeroporto e lo scorso anno era stato classificato come il peggiore del Paese. A Londra i senzatetto (tra cui sempre più migranti, a cui il governo da poco ha dimezzato il periodo concesso per trovarsi un posto dove stare, dopo l'approvazione della loro richiesta d'asilo) sono aumentati a dismisura, ma la situazione è ancora più difficile fuori dalla capitale. La cittadina di Epping, in Essex, è stata teatro di violente proteste da parte di cittadini convinti che i migranti non dovessero venir alloggiati in un albergo locale perché costituiscono un pericolo per la sicurezza dei residenti.
Alle manifestazioni hanno preso parte centinaia di persone e il Comune aveva chiesto e inizialmente ottenuto un'ingiunzione del tribunale perché i richiedenti fossero spostati in un altro sito. Mentre altre amministrazioni, ugualmente toccate dal problema, già consideravano di presentare istanze simili, la Corte d'appello a cui si era rivolto l'Home Office ha revocato l'ingiunzione, consentendo ai migranti di restare. Tecnicamente una vittoria per l'esecutivo di Keir Starmer, che però non ha avuto neppure il tempo di tirare un respiro di sollievo, dato che, subito dopo la revoca, le proteste dei locali si sono rinnovate con maggiore intensità. Venerdì scorso, la polizia ha effettuato altri arresti nella località e i manifestanti, che arrivavano da un'altra marcia organizzata a Cheshunt, sono rimasti nell'area fino alle prime ore di sabato. A poco servono le parole del ministro dell'Home Office, Angela Eagle, che promette di chiudere tutti gli hotel per migranti "entro la fine di questo Parlamento". "Usare gli alberghi per i richiedenti asilo e attendere fino al 2029 per dismetterli non è più una via percorribile - spiega Enver Solomon, amministratore delegato del Refugee Council - fino a che rimangono aperti, continueranno ad essere l'obiettivo di proteste, fomenteranno divisioni e chi è arrivato per sfuggire alle guerre e alle persecuzioni, continuerà a sentirsi in pericolo anche qui".
Da Abbazia, dove si trova per una breve vacanza, il Premier Starmer ripete che "gli ingressi illegali non verranno premiati", ma intanto Farage soffia sul fuoco del malcontento popolare e dagli Stati Uniti Elon Musk non fa mancare via social l'approvazione ai manifestanti che innalzano la bandiera di San Giorgio.