Cronache

E l'Italia dà asilo perfino a chi arriva dall'Albania

Accolte le richieste anche di chi proviene da Paesi dove non ci sono guerre o persecuzioni

E l'Italia dà asilo perfino a chi arriva dall'Albania

Nazionalità che hai, asilo che trovi. Nella babele dell'accoglienza europea, l'Italia è un crogiolo di contraddizioni. Che spesso ammette chi l'Ue invece respinge, e viceversa.

Non solo i rifugiati in fuga da Siria ed Eritrea, a cui l'Europa ha aperto le porte del diritto di asilo: per le commissioni territoriali che esaminano le istanze di protezione internazionale dei migranti, nemmeno l'Albania è immune da rischi di persecuzione per motivi di razza, opinione o religione. E, a differenza degli altri Stati membri, le richieste che provengono da quel paese vengono in gran parte accolte. Così come quelle che arrivano da Ucraina, Kosovo, Bangladesh, Afghanistan, Pakistan, Ghana, Gambia, Costa d'Avorio, Mali. Quando ciò non accade, ci pensano i tribunali, in sede di ricorso a ribaltare la sentenza. Le nazionalità dei migranti a cui l'Italia concede lo status di rifugiato o un'altra forma di protezione, umanitaria e sussidiaria, rivelano la marcia disordinata dell'Europa di fronte all'emergenza migratoria. Raccontano la confusione che regna tra le quaranta commissioni territoriali che in Italia decidono sui permessi e tra i giudici che ribaltandone i verdetti mano a mano ridisegnano la zona grigia che dovrebbe separare i cosiddetti migranti economici dai profughi di guerra. Dove la discrezionalità di giudizio davanti alla storia personale e umana del singolo migrante è l'unica bussola che guida il sentiero tra i paletti fissati dalla convenzione di Ginevra.

La conseguenza sono cancellerie dei palazzi di giustizia intasate da pratiche che hanno buone probabilità di trovare accoglimento e strutture al collasso. E paradossi che vedono l'Italia accogliere in percentuale meno siriani della media Ue, ma ammettere diverse nazionalità respinte dagli altri colleghi europei. Dai dati elaborati dalla fondazione Leone Moressa su quelli del Viminale, emerge che nel 2014 in Italia le richieste dei siriani sono state accolte solo per il 55%, contro una media Ue del 97,2%. Numeri che hanno toccato il 99% in Svezia, 93% in Germania e 95% in Francia.

Il nostro paese ha invece concesso la protezione internazionale al 95% di domande di migranti dall'Afghanistan, contro una media Ue ferma al 64%. In Germania solo il 66% degli afghani ha avuto risposta positiva, nel Regno Unito appena il 36,9% e in Ungheria il 26%. E poi c'è il caso Ucraina, con il 65% delle istanze accolte dalle nostre commissioni, il doppio della media europea. Del Pakistan, 44% contro 33%, e della Guinea, con il 93% delle domande approvate in Italia, quasi due volte la media europea.

Dopo gli appelli del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a comporre il mosaico di un asilo europeo, la Commissione libertà civili del Parlamento Ue lavora all'istituzione di un elenco condiviso di paesi di origine sicuri che consenta di mettere nero su bianco dei criteri comunitari nell'esame delle domande.

Intanto però continuano gli sbarchi e i naufragi, con la conta dei morti e dei sopravvissuti alle partenze dalla Libia. Disperati che arrivano da Nigeria, Pakistan, Ghana.

E che nel nostro Paese hanno più possibilità di ottenere il permesso di restare.

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