E in Ncd si sbranano per una poltroncina

RomaParigi valeva una messa, ma quanto vale una poltroncina agli Affari regionali? Poco o punto. E se al ministero abbandonato dalla Lanzetta senza che nessuno se ne sia accorto, si aggiungesse la delega alla Coesione territoriale? Punto o poco. E con la delega sui Fondi strutturali Ue, prima che se la fagociti Delrio alle Infrastrutture? Forse si può ragionare.

Annaspa sulle dinamiche del suk l'intricata trattativa tra Matteo Renzi e Angelino Alfano, che sta mettendo a soqquadro l'Ncd. Nel rimpastino sotto mentite spoglie entrano ed escono profferte e proposte indecenti, che mostrano quale sia il reale peso delle parti in causa e quale il vero motivo del contendere. Quando il premier ha gettato in pasto ai giornali l'indiscrezione sulla rosa di donne ennecidine, ben immaginava il putiferio che avrebbe provocato. Avocando a sé il ruolo da regista occulto del partitello satellite, del commissario prefettizio che in tanti avevano paventato, il premier gode oggi degli effetti di tanta discordia provocata ad arte. Con la Dorina Bianchi lestissima (ma imprudente) a dichiararsi «già pronta», con le altre sue tre colleghe in odore di renzismo (Mazzoni, Chiavaroli, Castaldini) in trepida attesa, con il coordinatore Gaetano Quagliariello nell'infelice posizione di sedare le voglie muliebri, senza nel contempo sembrare interessato alla poltrona per sé: «Non comprendo la richiesta di una donna... Io al ministero ci sarei andato senza trasporto, per un'emergenza. Ma allo stato ritengo la partita chiusa, un galantuomo preferisce occuparsi del partito».

Così, mentre Alfano cerca un nome esterno per uscire dall' impasse , Quagliariello butta la palla in corner, a dopo Pasqua. Non senza provocare l'ennesimo incidente diplomatico con la capogruppo De Girolamo: «Se si confermerà la linea della partecipazione al governo, è difficile immaginare un capogruppo dissidente». Immediato tweet della De Girolamo, rimasta tra i pochi nel gruppo dirigente a predicare il ritorno a un'alleanza con Forza Italia: «Caro Quagliariello sarò pure dissidente, ma mai burattino. Buona Pasqua». Pronta anche la replica, apparentemente di scuse: «Cara Nunzia, ci sono dissidenti burattini, tu non sei fra questi. Proprio per questo rispetto le tue scelte e le loro conseguenze. Buona Pasqua». Dunque, l'esplicita conferma che la testa della capogruppo alla Camera sarà l'offerta votiva in vassoio d'argento a Renzi, purché aiuti baracca e burattini di una «ditta» che sembra sempre più destinata a finire sottomarca del Pd.

Eventualità che comincia a suscitare qualche moto d'orgoglio. Come quello del senatore Beppe Esposito, indignato a sentir parlare di «poltronismo». «Noi, intanto, siamo gli unici a dimetterci».

E riflette sul da farsi anche Cicchitto, per il quale il «problema non è un ministero ma di ridefinire la linea politica: se si conferma l'esistenza di una coalizione o se il progetto è quello di un Partito della nazione che diventi quasi Partito Unico». Digerito l'agnello pasquale, Renzi farà sapere a tutti di che morte morire.

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