Cronache

E ora i fondi d'investimento vogliono i diritti musicali

Gara tra Bmg e Warner Music per acquistare l'intero catalogo dei Pink Floyd: varrebbe 500 milioni di dollari

E ora i fondi d'investimento vogliono i diritti musicali

«Money get away». Ma ora, più che altro, «money it's a gas». Anche grazie a uno dei pezzi cult scritti e cantati per criticare il consumismo e il «Dio denaro», i Pink Floyd potrebbero presto incassare oltre 500 milioni di dollari.

Il gruppo britannico, come Bruce Springsteen prima di loro, sta infatti cercando di vendere il proprio catalogo musicale. The Endless River, l'ultimo album dei Pink Floyd, è uscito nel 2014, ma di recente la band ha pubblicato un inedito, «Hey Hey Rise Up», per sostenere gli ucraini colpiti dall'invasione russa.

Un affare d'oro, l'operazione catalogo, frutto di un trentennale successo e dei cosiddetti diritti d'autore che sono ormai diventati meglio delle azioni, dei dividendi o di qualsiasi altro affare finanziario finendo così al centro degli interessi di private equity e fondi.

Le canzoni in questione hanno due diritti, spiega il Financial Times che ieri ha diffuso la notizia, uno per il songwriting e uno per la registrazione, o master copy. I Pink Floyd, una delle band più vendute di tutti i tempi, offrono entrambi, rendendo il catalogo uno dei più preziosi ad arrivare sul mercato. La sfida è tra Bmg, sostenuta dal gruppo di private equity Kkr, e Warner Music.

I protagonisti degli affari sui diritti d'autore degli ultimi anni (Blackstone, Kkr e Apollo) sono già inesperti investitori e lo scorso anno hanno impegnato più di 3 miliardi di dollari per l'acquisto di questa nuova assett class. I diritti d'autore, al pari dunque di tlc, autostrade e immobiliare, sono una nuova frontiera di investimento nell'economia reale.

La partita è ancora alle fasi iniziali, ma suscita grande interesse visto che la band britannica celebre per successi come «Shine on you crazy diamond» o «Another Brick in the Wall» sta sondando l'appetito del mercato. Di recente, la cessione del catalogo del Boss Bruce Springsteen è stata realizzata a un valore riferito di 550 milioni di dollari, facendone il maggior accordo di sempre nei diritti musicali, sottolinea l'Ft, riferendo anche questo dato a fonti vicine alla trattativa.

Da un veloce confronto appare però che negli Stati Uniti i Pink Floyd hanno venduto 75 milioni di album, secondo la Recording Industry Association of America, rispetto ai 65,5 milioni di Springsteen. The Boss ha però ceduto il suo catalogo a dicembre in clima economico diverso, visto che i prezzi della musica sono scesi negli ultimi mesi con l'aumento dei tassi di interesse e il rallentamento dell'economia globale. I Pink Floyd, dunque, potrebbero fare meglio, ma molto dipenderà dai tempi. Bob Dylan due anni fa ricavò con una operazione simile oltre 300 milioni di dollari. Facendo girare ancora le lancette si può tornare indietro nel 1985 quando Michael Jackson comprò i diritti di 251 canzoni dei Beatles per 47 milioni di dollari per poi rivenderli, dieci anni dopo, a 116 milioni.

Secondo la Federazione Internazionale dell'Industria Fonografica gli abbonamenti in streaming a servizi come Spotify e Apple Music, hanno aumentato il valore dei diritti musicali e dato alle canzoni più vecchie una nuova vita. Nel 2021, i ricavi del settore della musica registrata sono cresciuti del 18,5% a 25,9 miliardi.

La sfida è, poi, tra le etichette più giovani e quelle storiche: Hipgnosis Songs Fund e Primary Wave stanno cercando di erodere la quota di mercato della Universal acquisendo i cataloghi di Bob Marley, Whitney Houston, Stevie Nicks e Mark Ronson.

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