Luigi Guelpa
I video che mostrano persone infettate dal coronavirus, che cadono a terra all'improvviso, stanno facendo il giro del mondo nonostante la censura imposta da Pechino. Con il trascorrere dei giorni la Cina non è soltanto tagliata fuori dal mondo, ma inizia a essere accerchiata da chi, Onu in testa, chiede al presidente Xi Jinping di raccontare tutta la verità, senza ulteriori manipolazioni. E Donald Trump ha messo il suo carico da novanta, annunciando - mentre dichiarava l'emergenza nazionale pubblica - di vietare l'ingresso negli Stati Uniti a tutti i cittadini stranieri che hanno viaggiato in Cina nei 14 giorni precedenti.
A proposito delle mezze verità di Pechino, dalla Cina i dati ufficiali arrivano dal ministero della salute, e i media locali si limitano al più classico dei «copia-incolla»: 22 quotidiani nazionali, stessa notizia, senza commenti o valutazioni di esperti. Ieri ad esempio il regime di Pechino ha informato il mondo che i decessi sono arrivati a 213 (214 le persone guarite) e 9.709 i casi di contagio nella provincia di Hubei, di cui la città di Wuhan è capoluogo. Proprio dall'Onu l'ambasciatore cinese Zhang Jun cerca di gettare acqua sul fuoco parlando di «massima comprensione per gli altri Paesi, ma la situazione non è drammatica e certe reazioni sono eccessive».
Eppure i conti non tornano, perché non è ragionevole pensare che siano presenti solo 10mila casi di individui infetti in una provincia abitata da 57 milioni di persone, dove centinaia di migliaia, dall'inizio dell'epidemia a metà dicembre, sono state esposte giornalmente al virus. Si tratta di oltre un mese, con soggetti che viaggiano dentro e fuori da Wuhan senza alcuna precauzione da parte delle autorità cinesi. È solo dal 20 gennaio, infatti, che la Cina ha ammesso che il virus si diffonde facilmente attraverso il contatto umano. Il regime cinese ha minimizzato la minaccia e probabilmente mentito sul numero di persone colpite da malattia o morte per conservare l'illusione di avere il controllo della situazione. La lezione su questa epidemia, potenzialmente globale, è di natura politica e ideologica. Sono stati commessi errori terribili, ma i membri del Partito Comunista non si assumono le loro responsabilità, avvalendosi semmai della censura, come nel caso dei video che mostrano persone cadere a terra a Wuhan, così come nelle limitrofe località di Xiaogan, Xiantao, Xianning e Huangshi.
Intanto la situazione nel resto del mondo continua a essere delicata. In Germania il ministero della Salute del Land della Baviera ha riferito di un primo bambino contagiato dal coronavirus. Si tratta del figlio di un dipendente della Webasto, impresa del settore motori, che aveva ospitato una donna cinese risultata poi affetta dal virus una volta rientrata nel suo Paese.
Fuori dalla Cina i casi conclamati sono al momento 140 (19 dei quali nella sola Thailandia e 10 in Corea del Sud). Gli ultimi contagi confermati arrivano due dalla Gran Bretagna e uno da Svezia e Russia, mentre anche il Pakistan, la Corea del Nord e la Kenya Airways hanno chiuso i collegamenti aerei con la Cina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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